Sotto il segno dello Spirito Santo

Samuele Betti il 12 settembre alle ore 18 viene ordinato diacono.

Oggi, 12 settembre, Festa della Madonna delle Grazie, alle ore 18 la Chiesa diocesana accoglie un nuovo diacono, il seminarista Samuele Betti, un arricchimento per l’intera comunità diocesana e segno di vitalità. Samuele, nell’attesa di essere ordinato diacono, in cattedrale, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Ivan Maffeis, si presenta nel raccontare la sua chiamata-vocazione.

Trentenne perugino doc, Samuele nasce nel capoluogo umbro il 16 gennaio 1994 da Fausto e Donatella. «La mia famiglia – racconta – ha sempre cercato di educarmi alla fede cristiana, portandomi a messa e vivendo l’oratorio della mia parrocchia di origine, S. Maria in Prepo. Nell’adolescenza comincio a vivere una doppia vita, una parte dedita a fare il bravo ragazzo in oratorio, l’altra dedita a qualsiasi divertimento. Fino a quando, nel 2012, mediante il cammino nel Rinnovamento nello Spirito Santo, tocco concretamente l’amore di Dio per me, un peccatore, e da lì la mia vita cambia radicalmente. Abbandono, con questa grazia, tante dinamiche di peccato e mi getto a vivere la parrocchia, sia come animatore che come catechista dei gruppi giovanili, in cui sperimento e vivo la parola che afferma: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”».

«Il mio cammino – prosegue l’ordinando diacono – si fortifica e matura all’interno del Rinnovamento, in cui trovo un sacerdote che mi aiuta a discernere sulla mia vita. Io ero pieno delle mie convinzioni, ma sentivo anche un vuoto che non riuscivo da solo a colmare.

Dopo le superiori, anni faticosi per me, decisi di non continuare gli studi, ma intrapresi il percorso lavorativo all’interno di un caseificio a Passaggio di Bettona. Tale lavoro, che mi occupava dalla mattina alle 6 fino alle 14, mi permetteva nel pomeriggio di continuare i miei servizi in parrocchia, di andare a messa tutti i giorni, e di prepararmi al lavoro che volevo svolgere fin da bambino, il vigile del fuoco, in cui vedevo un lavoro di aiuto al prossimo.

Il mio discernimento durò due anni, in cui lottai tra la volontà di Dio e la mia. Decisi però di entrare in seminario perché, durante un’adorazione, mi abbandonai alla volontà di Dio, e dissi il mio eccomi, e da lì scaturì una grande pace. Illuminanti furono poi le parole che mi disse il card. Bassetti, allora arcivescovo di Perugia, quando andai a presentarmi. Mi confidò: “anche io volevo fare il medico, e mi sono ritrovato, in qualche modo, a fare il medico di anime. Tu potrai fare il vigile del fuoco dello Spirito Santo, nel senso che non avrai paura a gettarti in questo fuoco d’amore”.

Così nel 2018 intrapresi l’anno propedeutico. Questi anni di seminario sono stati anni duri ma belli, fecondi, in cui ho sperimentato concretamente la fedeltà di Dio, in primis nella carriera scolastica, che all’inizio era la cosa che temevo di più, ma che con mia grande sorpresa ho potuto terminare nel tempo richiesto. Ma soprattutto sono stati fecondi per le persone che ho potuto incontrare nel mio tirocinio pastorale, persone belle, persone non con vite facili ma con occhi pieni di speranza, rivolti a Gesù. Ringrazio le parrocchie di S. Maria in Prepo, di Città della Pieve, di S. Angelo e S. Niccolò di Celle e di S. Lucia per l’accoglienza e la vicinanza, mi hanno confermato che la Chiesa è casa mia, e che è madre».

Avviandosi alla conclusione, Samuele ringrazia «ancora Dio per questi anni, non sempre facili, ma ricchi umanamente e spiritualmente parlando, anche se le due cose, secondo me, vanno di pari passo. Posso testimoniare la dolcezza, la pazienza, la fedeltà, la tenerezza che Dio mi ha donato in questi anni, anche se non sempre, lo riconosco, ho camminato bene. Ci sono stati momenti faticosi, ma proprio in quelli voglio benedire il Signore, perché lì ho trovato sempre un motivo in più di conversione, una mano tesa di nostro Signore pronto a rialzarmi, a ridarmi speranza, fiducia, forza per riprendere il cammino. Con il cuore ricolmo di gratitudine lodo e benedico Dio, perché “eterna è la sua misericordia”; ringrazio la Chiesa, che nelle figure del vescovo e dei formatori, in questi anni, ho visto sempre più come madre; ringrazio la mia famiglia, che per prima mi ha annunciato la fede e tutt’ora mi sostiene; ringrazio la mia parrocchia di origine, che mi ha generato e fatto crescere nella fede, insieme alla comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo di S. Maria in Prepo; ringrazio i parroci e le parrocchie in cui ho avuto la grazia di svolgere tirocinio pastorale, perché sono stati strumento di conversione; ringrazio gli amici, le amiche, i fratelli e le sorelle con cui ho camminato e cammino, perché mi rivelano il dono della fraternità».