Sono diversi i sacerdoti della Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve, che hanno scritto belle pagine della sua storia, ad essere ricordati dalla comunità civile per il loro esempio e la loro testimonianza cristiana al servizio dell’intera società, con l’iscrizione all’Albo d’Oro della città capoluogo e/o con l’intitolazione di piazze, vie e luoghi pubblici in diverse località del territorio diocesano.
L’ultimo a ricevere un riconoscimento a perenne memoria è mons. Giacomo Rossi (1930-2017), per oltre cinquant’anni parroco e fondatore della Caritas diocesana, oltre ad aver dato vita a diverse opere segno di Carità; ultima, in ordine di tempo, “Casa Emmaus” di Lidarno, l’opera segno del IV Congresso Eucaristico Diocesano (1999).
A don Giacomo Rossi, nel corso di una molto partecipata e festosa cerimonia, svoltasi l’8 giugno, gli è stato intitolato il parco giochi situato nell’area verde di Sant’Egidio di Perugia.
Numerosi gli interventi che si sono succeduti. A portare i saluti sono stati Alessio Sepioni, presidente dell’Associazione Sant’Egidio, Otello Numerini, assessore del Comune di Perugia, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, Stella Cerasa, assistente sociale della mensa San Lorenzo della Caritas diocesana, don Antonio Sorci, parroco di Sant’Egidio, mons. Simone Sorbaioli, vicario generale dell’Archidiocesi, le dirigenti scolastiche Lorella Paccapelo e Simona Tanci e il sindaco Andrea Romizi.
Secondo Stella Cerasa, «don Giacomo Rossi era dotato di lungimiranza, della capacità di volare alto» e insegnava con l’esempio «il sostegno all’altro» e a fare «quelle piccole cose che piccole non sono se fatte ogni giorno, come quando veniva a prenderci a casa per portarci all’asilo».
«Un uomo di relazione, di amore, di pace e con uno sguardo profetico sulla realtà. La nostra Caritas gli deve molto», ha detto don Marco Briziarelli, mentre il vicario generale don Simone Sorbaioli ha riconosciuto a don Giacomo «la capacità di leggere il sociale».
Il sindaco Romizi ha elogiato la comunità di Sant’Egidio per «la solidità, la compattezza e la coesione non scontate. Una comunità che sa esprimere grandi valori – ha continuato – anche grazie a grandi figure che ne hanno segnato la storia. Oggi, di fatto, ricordiamo due uomini: oltre a don Giacomo, anche Elio Censi che ha voluto questa intitolazione. Entrambi si sono impegnati per Sant’Egidio per poi allargare il loro sguardo a una comunità più ampia, Censi come amministratore locale e don Giacomo come figura chiave della Caritas. L’auspicio è che anche questa intitolazione serva a far sì che l’apporto di chi ci ha preceduto non vada disperso e anzi produca ulteriori gemmazioni».