Dopo la costituzione della Segreteria pastorale regionale (autunno 2022), la Conferenza episcopale umbra (Ceu), in attuazione delle indicazioni emerse dalle ultime due Assemblee ecclesiali regionali (ottobre 2019 e maggio 2022) e in vista di una terza (autunno 2023), ha dato vita al Consiglio pastorale regionale delle Chiese dell’Umbria, riunitosi per la prima volta, il 29 aprile scorso, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, con l’intento di dare più slancio al cammino anche sinodale ripreso dopo la pandemia.
Di questo nuovo organismo ecclesiale, coordinato da don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e responsabile della Segreteria pastorale regionale della Ceu, fanno parte i coordinatori delle Commissioni e Servizi pastorali regionali, i segretari dei Consigli diocesani Presbiterale e Pastorale di ciascuna Diocesi e i membri della stessa Segreteria pastorale regionale.
Alla prima riunione erano presenti più di trenta membri, diversi dei quali sono intervenuti dopo aver ascoltato il messaggio dell’arcivescovo presidente della Ceu, mons. Renato Boccardo, non presente per un imprevisto improrogabile impegno pastorale all’estero, e la relazione del coordinatore incentrata sul risultato del questionario inviato nelle scorse settimane a ciascun coordinatore di Commissione e Servizio Ceu.
Privilegiare le relazioni. Gli intervenuti hanno messo in risalto sia le “criticità” e le “difficoltà” di una Chiesa alle prese con una società sempre più secolarizzata, sia le “positività” e le “vivacità” che contraddistinguono le comunità diocesane umbre sempre meno in “difesa” dei “campanili” e più interessare a costruire insieme una “azione pastorale integrata” e in “rete” per una più incisiva “opera-missione di evangelizzazione” nel territorio umbro. Concetto che è stato espresso anche dal coordinatore don Giovanni Zampa nell’evidenziare “il tema fondamentale della formazione, il ripensare l’identità delle parrocchie e delle unità pastorali”, oltre al “ruolo delle Comunicazioni sociali nella nostra regione. Soprattutto restano le relazioni – ha sottolineato il sacerdote folignate –, ovvero le persone con cui si è collaborato insieme per il bene della nostra Chiesa umbra”. Tra le “aspettative” emerse dal questionario quelle di un “piano organico della Pastorale umbra” con “progetto condiviso e programma concordato con un’organizzazione snella, non burocratica, che privilegi e usi le relazioni”. Inoltre, “promuovere una ‘Pastorale orizzontale’ (trasversale)”, che dia vita ad un maggiore “dialogo, coordinamento e collaborazione tra le Commissioni”. Il tutto per favorire una “promozione dei processi di interazione sinodale tra le Commissioni”.
Gli ambiti di azione pastorale. Sempre don Giovanni Zampa ha sintetizzato i temi suggeriti al Consiglio pastorale regionale, a partire dal “ruolo dei laici, la comunione pastorale, parrocchie e unità pastorali, formazione cristiana e presenza nei territori. Formazione iniziale e permanente del Clero. Evangelizzazione ed attuazione del cammino sinodale in corso. Educazione alla fede delle nuove generazioni (Pastorali giovanile e vocazionale), tessuto parrocchiale e associazionismo cattolico, inclusione (disabili, anziani, poveri, emarginati…), emergenza salute mentale, Pastorali della salute e familiare in stretto rapporto con la parrocchia, la carità vissuta come dimensione universale, la formazione alla comunicazione, la Dottrina sociale della Chiesa per una presenza significativa e incisiva nella nostra regione e il rapporto tra fede, cultura ed educazione attraverso la scuola e l’università”.
Il peso di una maggioranza pigra. Significativo quanto messo nero su bianco dal presidente della Ceu, mons. Renato Boccardo, nel suo messaggio al neo Consiglio pastorale regionale, esortando le sue componenti a “un cammino comune che ci pone al servizio delle Chiese della nostra regione per un rinnovato annuncio della gioia del Vangelo”. Mons. Boccardo, nel richiamarsi al passo evangelico “Non temere piccolo gregge” (Lc 12, 32), ha sottolineato che “la Chiesa appare oggi un piccolo gregge nel mondo secolarizzato; ci accorgiamo che essa ha poca influenza nella vita pubblica; constatiamo che le vocazioni scarseggiano e che i giovani fanno fatica a dedicarsi al Vangelo. Almeno in Italia siamo allo stesso tempo piccolo e grande gregge. Tanti, infatti, chiedono il battesimo, si sposano in chiesa, vogliono i funerali religiosi; gli stessi edifici di culto sono visibili e alcuni anche splendidi. In questo senso la Chiesa da noi è anche una maggioranza. Se però andiamo a fondo, la realtà è diversa: è ridotto il numero di quanti partecipano regolarmente alla Messa domenicale; l’influenza pubblica dei pronunciamenti della Chiesa è scarsa, soprattutto sul terreno morale; pochi i cristiani che si impegnano veramente, nelle parrocchie e nei gruppi, a testimoniare il Vangelo. C’è una minoranza impegnata e motivata che porta il peso di una maggioranza pigra… La Scrittura ci suggerisce un’altra strategia: pochi o molti che siamo, dobbiamo affidarci a Dio e godere della sua chiamata e delle sue promesse, guardando con realismo alla nostra situazione, cogliendo le sfide e i pericoli, ma anche le occasioni provvidenziali che porta con sé”. Ed è anche per questo che il presidente della Ceu, avviandosi alla conclusione, ha scritto: “l’essere minoranza deve generale uno slancio evangelizzatore” (cfr. Evangelii gaudium, 222-225).
Riccardo Liguori
coordinatore Commissione Ceu per le Comunicazioni sociali