Sarà la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve ad ospitare, nel capoluogo umbro, dal 22 al 25 maggio, la seconda tappa del “Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane”, promosso ogni anno pastorale da Caritas Italiana, al fine di orientarli e sostenerli nell’avvio del loro servizio. Un percorso formativo iniziato lo scorso gennaio e si concluderà in autunno, a cui prendono parte 80 (42 maschi e 38 femmine), tra neo direttori, vicedirettori, membri operatori e volontari delle Caritas diocesane. Il 67% di loro ha un’esperienza di servizio da 0 a 4 anni, la gran ha un’età compresa tra i 22 e i 50 anni e 58 sono laici\che, provenienti dalle 16 Delegazioni Caritas regionali, in prevalenza dal Triveneto, Campania e Calabria. Sono le regioni in cui, nell’ultimo anno, le Caritas hanno avuto un ricambio maggiore di direttori e membri delle equipe.
Finalità del percorso. “In media, annualmente, il 10% delle attuali 218 Caritas diocesane – spiega Francesca Levroni, referente dell’Ufficio formazione e animazione di Caritas Italiana – è interessato al ricambio dei direttori. È importante far conoscere alle ‘new entry’ e ai membri delle loro equipe l’identità e i compiti della Caritas (in Italia, in diocesi e in parrocchia), oltre a sostenerli nell’acquisire le competenze necessarie per organizzare l’attività della Caritas diocesana in riferimento ai compiti e al contesto ecclesiale e civile”. In particolare, precisa la responsabile di Caritas Italiana, “fare loro acquisire la propensione a pianificare l’attività della Caritas diocesana mediante una lettura del contesto, l’individuazione di bisogni, la selezione delle priorità e il bilanciamento di tempi e risorse disponibili” e sapersi “orientare sul tema dello sviluppo di comunità e confrontarsi con alcune sperimentazioni in atto”, come anche “favorire la strutturazione di relazioni, confronto e scambio di pratiche, anche attraverso la visita a una Caritas diocesana”.
La scelta di Perugia. In riferimento a quest’ultimo aspetto, la scelta è caduta sulla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve. “Scelta avvenuta – spiega Francesca Levroni – in base non ad un modello che va poi adottato, ma per l’esperienza acquisita da questa Caritas. In primis dalla peculiarità del percorso che essa è riuscita a costruire sul territorio, anche attraverso le criticità, della propria presenza sia nel saper farsi carico delle situazioni di bisogno, attivando progetti di prossimità, sia di promozione ed accompagnamento delle Caritas parrocchiali e delle opere segno e strutture di accoglienza”. Non meno importante, evidenzia ancora la responsabile di Caritas Italiana, “è la capacità di collaborazione della Caritas con le Istituzioni civili locali preposte al welfare”. Nella scelta non va trascurata, conclude Francesca Levroni, “la capacità di animazione della comunità da parte della stessa Caritas. Ad esempio quella di Perugia-Città della Pieve è riuscita ad attivare un emporio della solidarietà in un edificio condominiale”. Il riferimento è all’emporio “Don Gustavo” di Ponte Pattoli, aperto un anno fa, dopo la fase acuta della pandemia, che ha coinvolto, oltre a tante persone, anche alcune realtà imprenditoriali benefattrici.
Esperienze, progetti e testimonianze. La quattro-giorni di formazione Caritas, che avrà come location e sede delle “lezioni teoriche” l’Hotel Sacro Cuore di Perugia, da lunedì 22 maggio (ore 10) a giovedì 25 maggio (ore 13), porterà gli ospiti corsisti a visitare alcune realtà socio-caritative tra le quali il menzionato emporio “Don Gustavo”, il Centro d’Ascolto “San Giuseppe” di Bosco, il “Villaggio della Carità” di Perugia, la “Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni” di Deruta, le opere segno nel centro storico perugino: “Casa Sant’Anna dei Servitori”, “Casa San Vincenzo” e la “Mensa-Ristoro Sociale San Lorenzo” nata dalla collaborazione tra la Caritas e il Comune di Perugia. Non è un caso che tra i relatori delle quattro giornate ci siano alcuni rappresentanti delle Istituzioni civili perugine ed umbre, che animeranno la tavola rotonda sul “lavoro di rete con il territorio”. Inoltre saranno presentati alcuni progetti sulla marginalità estrema per l’accoglienza dei senza dimora e di attenzione al mondo del carcere.
Esempi concreti che testimoniano quanto “Il bene è contagioso!”, recita lo “slogan” della Caritas diocesana di Perugia scelto come titolo di questa seconda tappa del percorso di formazione di Caritas Italiana.
Crescere insieme nel servizio. “È un’occasione di grande crescita poterci confrontare con altre Caritas – commenta don Marco Briziarelli, direttore della Caritas perugina –. Camminare insieme ai fratelli che iniziano questa nuova esperienza da direttori con le loro equipe diocesane, significa avere uno sguardo esterno che diventa per tutti fondamentale per poter crescere nel servizio e nell’accompagnamento alle tante povertà e ai tanti bisogni delle nostre famiglie. Un occhio esterno è sempre fondamentale, perché è capace di vedere criticità ed opportunità che noi non riusciamo a cogliere nel nostro quotidiano. Un grande grazie lo rivolgiamo a Caritas Italiana – conclude don Marco Briziarelli – per questa opportunità che ci viene data nel conoscerci e nell’arricchirci vicendevolmente”.