Il Becco del Grifone – n. 25

Perugia e i suoi santi “dimenticati”. San Felicissimo.

Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

Giovane zelante predicatore del Vangelo, difensore della fede contro l’eresia ariana, diacono e, secondo alcuni, al momento del martirio vescovo di Perugia.

Il prossimo 24 novembre, presso la parrocchia di Ponte Felcino, verrà celebrata la festa del patrono San Felicissimo, giovane martire ed eroe eponimo di quel luogo. A detta degli studiosi, infatti, Ponte Felcino non sarebbe altro che una sorta di erosione fonetica della nomenclatura latina Pontis Sancti Felicissimi.

Questa annuale ricorrenza ci offre lo spunto per gettare uno sguardo, ora e nei numeri seguenti, su questa ed altre figure di santi perugini, certamente lontani nel tempo, che hanno edificato con la testimonianza del sangue la nostra chiesa diocesana, dei quali magari non si hanno dettagliate notizie storiche e che per questo oggi sono quasi del tutto dimenticati se non denigrati.

Dalla tradizione popolare e da alcune rappresentazioni artistiche apprendiamo che Felicissimo, giovane perugino vissuto nel secolo VIII, sarebbe stato un appassionato predicatore e difensore della fede contro l’eresia ariana. Forse per questa sua peculiarità, viene ricordato nelle antiche Legendae, poste a corredo dei libri liturgici, come Diacono. Il 24 novembre 761, non sappiamo con quali mezzi, forse a colpi di pietra, in una località nei pressi del Tevere, probabilmente non distante dal gruppo di case che si trovavano in prossimità del ponte, venne ucciso barbaramente.

Al santo fu dedicata l’antica chiesa parrocchiale, originariamente collocata sulla collina prospiciente il centro abitato e demolita nel 1603; questa località è ancora denominata “Vocabolo S. Felicissimo”. Non se ne conosce l’epoca di costruzione, ma si sa per certo che nel 1461 godeva di alcune proprietà, pur dipendendo dal Capitolo della Cattedrale di Perugia.

Don Enrico Agostini, che resse la parrocchia di S. Felicissimo in Ponte Felcino per circa dieci anni, dal 1786 al 1796, appassionato di studi storici ed archeologici, realizzò approfondite ricerche sulla storia di Ponte Felcino e sulle origini del culto di San Felicissimo. Fu lui a raccogliere i testi di alcuni eruditi dei secoli XVII e XVIII, a detta dei quali, al momento del martirio, San Felicissimo sarebbe stato addirittura Vescovo di Perugia, come successore di Gaudenzio. Ma di questo non si ha alcuna prova certa. Di fatto nella cronotassi ufficiale viene menzionato il vescovo Gaudenzio nel 743, ma non Felicissimo come suo successore. È invece riportato il nome di un certo Epifanio, menzionato in alcuni manoscritti nel 761.

 

Curzio Gori (1601): Il martire perugino San Felicissimo. Perugia, sagrestia maggiore della cattedrale. Anta interna del paratorio di Mariotto da Gubbio.

 

Bernardino Di Mariotto (sec XVI): Madonna della Misericordia tra i Santi Felicissimo e Rocco. Ponte Felcino, Chiesa parrocchiale.

 

Di seguito, a titolo di curiosità, una parte dello scritto di don Enrico Agostini, ancora conservato nell’archivio parrocchiale di Ponte Felcino:

Perugia fu patria di S. Felicissimo e per la morte di S. Gaudenzio, Vescovo di essa città fu del anno 755 creato egli successore suo. Resse la sua Chiesa con molta santità ed esempio, difendendo il suo gregge dalla ferocità degli eretici Arriani   che molto infestavano l’Italia col favore dei Ré de Longobardi, e dei Duchi di Spoleto loro seguaci.

In questo S. Vescovo si verificò il detto del S. Vangelo: Pastor bonus anima sua ponit pro omnibus suis; poiché per difendere le sue pecorelle da i lupi infernali, dico tali eretici, che procuravano colla falsa opinione divertirle dal Cattolico Rito, che osservavano, pose per loro la vita. Colla predicazione e coll’ammonizione il S. Pastore manteneva in fede le sue pecorelle. Un giorno andava predicando appresso il fiume Tevere circa due miglia distante da Perugia fù assaltato dagli Eretici Arriani, e da loro ucciso e morto, ed in tal modo acquistò la corona del S. Martirio ad 24 di Novembre fù del 761 di N.S.  Il ponte appresso il logo ove fù martirizzato questo S. dicesi alla presente correntemente di S. Felcino in vece di S. Felicissimo.

Il suo Sacro corpo fù venerabilmente sepolto nel sito ove fu martirizzato appresso il detto Ponte Felcino dove fù eretta una Chiesa in suo onore, ed in essa traslate le sue Sagra ossa, ed il clero della città, e Diogesi di Perugia ne celebrarono la sua festività con rito doppio nello stesso giorno 24 Novembre, ma solo col titolo di Martire, nel modo che lo fanno il Martirologio Romano, ed il Ferraris sotto questo giorno con queste parole: Perusiae S. Felicissimi Martiris; Pietro Natali Vescovo Esquilino nel catalogo di S.ti lo fà confessore dicendo: Felicissimus Confessor apud Perusiam claruit Kal. Decembris. L’Usuardo , Giovanni Milano, e Pietro Galesini nelli loro Martirologii di lui fanno menzione in questo giorno colle seguenti parole: Apud Perusiam S. Felicissimi. Francesco Maurotico nel suo Martirologio: 24 Novembre S. Felicissimi Confessoris Perusini. Che sia stato solo Confessore teniamo che sia uno onore espresso, perché patì il Martirio nel luogo ove si onora il suo corpo ed ove si vede edificata la sua Chiesa e come Martire la Chiesa Santa nel Martirologio Romano ne fà menzione colle predette parole alli 24 di Novembre. Il Clero Perugino lo fa Martire.

Che fosse ancora Vescovo di Perugia lo scrive Giovanni Nigrovalle Bibliotecario Apostolico nel suo Catalogo de Santi dell’ordine de Canonici Lateranensi Regolari di S. Agostino facendo questo Santo di quell’ordine il che facilmente può essere, perché i Vescovi buoni in quei tempi la maggior parte vivevano colli loro Canonici conforme la regola di S. Agostino. Lo fanno Vescovo il Pellini  , il Lauri  , il Crispolti  , l’Alessi  , e il Ciatti nelle Storie Perugine sotto l’anno 757, e Silvio Mariottelli   nelle Vite de Vescovi di Perugia ancorché l’Ughelli non voglia assicurarlo per Vescovo di Perugia, per non averlo dichiarato il Martirologio Romano, ma però lo registra tra i Vescovi di Perugia il Giacobilli   sotto il dì 24 di Novembre”.

 

        

Ponte Felcino (PG) La chiesa parrocchiale e il ponte sul fiume Tevere, entrambi ricostruiti dopo i bombardamenti del secondo conflitto bellico

 

L’attuale chiesa parrocchiale di Ponte Felcino, interamente ricostruita dopo la Seconda guerra mondiale, si trova oggi sulle rive del Tevere. Non sappiamo quale sia stato il luogo esatto del martirio del giovane santo, ma la sua prospicienza all’antico ponte ci racconta ancora di quei tempi lontani nei quali un piccolo gruppo di cristiani li dimoranti, forti della loro identità e del coraggio di un giovane diacono, non ebbero paura neppure di rischiare la vita.