
Un gioiello dell’arte tessile del XVI secolo, conservato nel Museo del Capitolo della Cattedrale, è esposto alla splendida mostra ‘L’età dell’Oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte Contemporanea’, presso la Galleria Nazionale dell’Umbria.
Il Cardinale Francesco Armellini nacque a Fossato Di Vico il 13 luglio 1469, da una famiglia di mercanti. Lo zio materno, dal quale prese il cognome, lo istituì suo erede e si occupò della sua educazione. Trasferitosi a Roma, divenne protonotario apostolico, quindi segretario di papa Giulio II e del collegio cardinalizio, e clerico della Camera Apostolica. Papa Leone X lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 1º luglio 1517 con il titolo di San Callisto, poi cambiato con quello di Santa Maria in Trastevere nel 1523. Fu anche legato apostolico nelle Marche, in Umbria e in Francia, intendente delle finanze pontificie, amministratore apostolico della diocesi di Oppido Mamertina, Arcivescovo della diocesi di Taranto, abate commendatario dell’abbazia di Santa Maria di Valdiponte, presso Perugia, e camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 13 settembre 1521 alla sua morte. Perse tutte le sue fortune nel sacco di Roma del 1527 a opera dei lanzichenecchi, e dovette cercare riparo in Castel Sant’Angelo, dove morì poco dopo. È sepolto nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.
Il parato liturgico in oggetto fu da lui donato al Capitolo di S. Lorenzo nel 1523; in quella occasione venne stimato 362 ducati d’oro.
Esso è composto da un piviale e una pianeta in damasco rosso con stolone ricamato. Il modulo decorativo è costituito da una serie successiva di maglie ogivali disposte verticalmente in tralci vegetali, i quali racchiudono medaglioni formati da foglie cardiformi con al centro alternativamente una pigna e un mazzo di fiori. Sia il piviale che la pianeta hanno la fimbria e lo stolone ricamato. Nel piviale, la fimbria è divisa in piccoli quadri su cui sono ricamate, su fondo oro, scene della vita di Gesù e di Maria: la natività di Maria, il presepio, la trasfigurazione, l’assunzione della Madonna, la circoncisione, l’adorazione dei Magi, l’annunciazione, l’ascensione. Sul retro il ricamo raffigura S. Ercolano tra S. Francesco e S. Bevignate; nello scudo dello stesso piviale, la Resurrezione e lo stemma del card. Armellini. Sullo stolone della pianeta, che sul davanti forma una croce, sono ricamati l’Eterno, S. Paolo e S. Giovanni evangelista, e sulla parte posteriore S. Pietro, S. Lorenzo e S. Ercolano (o S. Costanzo?).
Nel catalogo della mostra del 1907 si ricorda che sono mancanti due riquadri raffiguranti S. Bevignate e S. Francesco, e due stemmi, forse mal conservati e quindi ritagliati durante un restauro. Frangia e galloni cordonati, in filo dorato con anima di seta.
Serafino Siepi, nella sua Descrizione Istorica della Città di Perugia (1822, p. 118), parla di “un pregevolissimo antico Piviale per la statua di S. Ercolano decorato di ornamenti in oro e figure a ricamo”, che molto probabilmente è da individuare in questo paramento. Per quanto riguarda la statua di S. Ercolano, si può ipotizzare che sia la statua di cui faceva parte la testa in argento di S. Ercolano ancora oggi esposta nel nostro museo.
Adamo Rossi (1877, p. 207) ricorda che il parato fu ordinato ad artisti vaticani, ma giustamente rileva che il ricamo si è ispirato alla pittura di scuola perugina.
Per quanto concerne la datazione si può risalire con buone probabilità alla data del 1523, come anno della donazione del card. Armellini; stilisticamente il ricamo si riallaccia alla pittura perugina del primo Cinquecento.
Il parato è visibile in mostra fino al 19 gennaio 2025.
Testi tratti da: Maria Grazia Bernardini, Museo della Cattedrale di Perugia, dipinti, sculture e arredi dei secoli XIII-XIX. 1991
IMMAGINI:
- Il Cardinale Francesco Armellini;
- Parato Armellini: il piviale visto dalla parte anteriore;
- Parato Armellini: tre particolari delle scene ricamate nei riquadri della fimbria del piviale.