Il Becco del Grifone – n. 22

Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

Un tragico fatto di sangue a Città della Pieve nel secolo XIX

L’assassinio dell’eremita fra Carlo Fancelli, un barbaro delitto mai risolto

 

Un nostro lettore ci segnala un curioso documento da lui recentemente rinvenuto nell’archivio storico della ex Parrocchia urbana dei santi Pietro e Paolo in Città della Pieve. Si tratta della breve cronaca del ritrovamento del corpo senza vita di Fra Carlo Fancelli, un eremita senese di 82 anni, del quale non conosciamo nulla se non le circostanze della sua tragica morte.

Il cronista è il parroco di San Pietro don Domenico Modesti, che crede opportuno appuntare nelle sue memorie quanto accaduto specificando le modalità dell’efferato delitto. In un’epoca nella quale non esistevano metodi di indagine accurate e suffragate da analisi scientifiche, si suppose che l’omicidio fosse stato opera di ladri intenti ad estorcere al malcapitato quel poco denaro che possedeva sotto torture, per poi finirlo con un colpo al cranio.

La scena del crimine fu la povera abitazione del medesimo, presso la chiesa campestre della Madonna delle Grazie. Detta chiesa, di origini antiche, fu demolita assieme al suo misero romitorio alla fine del XIX secolo per edificare la strada comunale che conduce da Città della Pieve a Ponticelli e successivamente ricostruita, per ospitare la venerata immagine della Madonna delle Grazie, poco lontano dal sito originario. Oggi non ne rimane che un rudere.

Il povero fra Carlo, dopo il funerale, fu sepolto nei pressi della chiesetta, o più probabilmente in un sepolcro comune all’interno di essa. Trattandosi di una località campestre non era forse soggetta alle prescrizioni napoleoniche riguardanti le sepolture nei centri abitati.

Riportiamo di seguito il testo della cronaca:

 

Adi 20 maggio 1800.

All’ore 2 e ½ di Sole di detto giorno fu trovato ucciso nella propria camera fra Carlo Fancelli (senese) eremita d[ell]a Madonna Santissima delle Grazie in età d’anni 82 uomo religiosissimo, e d’irreprinsibili costumi. Dalla relazione giudiziale rilevasi essere stato il medesimo martirizzato da ladri in diverse parti del corpo con carta pecora unta d’olio e bruciata sopra le proprie carni, e finalmente strangolato con furia ed un colpo di punta di ferro nel cranio. Una tal barbarie credesi essere accaduta per farli manifestare ove tenesse il poco danaro che conservava per suo uso. Al qual cadavere fatte le solite esequie fu sepolto nella suddetta chiesa di Maria Santissima delle Grazie.

In fede

Domenico Modesti Parroco.

 

Il documento