Fuori dalla selva oscura

Ad Assisi, presso il Seminario Regionale, il 18 febbraio, alle 21, incontro pubblico con Gregorio Vivaldelli: “A te convien tenere altro viaggio”. La vita come scelta nella Divina Commedia.

Nella sua Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione, del 17 luglio 2024, Papa Francesco premette: «Inizialmente avevo scritto un titolo riferito alla formazione sacerdotale, ma poi ho pensato che, analogamente, queste cose si possono dire circa la formazione di tutti gli agenti pastorali, come pure di qualsiasi cristiano», riferendosi «al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale».

E in effetti è aperta a tutti la bella iniziativa del Pontificio Seminario Regionale Umbro di Assisi, che per martedì 18 febbraio, alle 21, propone un incontro di approfondimento e riflessione, guidato dal prof. Gregorio Vivaldelli, dal titolo A te convien tenere altro viaggio – La vita come scelta nella Divina Commedia, che si svolgerà nell’Aula magna del Seminario Regionale.

L’obiettivo della serata offerta dal Seminario, spiega il rettore don Francesco Verzini, è scoprire il patrimonio di umanità che è il poema dantesco, «per affrontare la propria vita come un cammino interiore nel quale ognuno è chiamato a evolvere, a crescere e a maturare, imparando a valorizzare le piccole scelte quotidiane orientate al bene comune».

«A te convien tenere altro viaggio» (Inf I,91) è l’invito-sottolineatura che Virgilio rivolge a Dante, appena smarrito nella selva oscura, quando lo riconosce come maestro e gli si rivolge tremebondo, spaventato dalle tre fiere e in particolare dall’ultima, la lupa (la cupidigia). Sarà in effetti diverso, molto diverso dalle vie percorse, duro ma alla fine appagante, l’itinerario che il poeta, archetipo dell’umanità in ricerca, potrà compiere con gli aiuti inviati dalla grazia divina.

Così come la descrive Dante all’inizio del suo Poema, l’esistenza umana è un cambiamento continuo, ribadisce Verzini. «Ciascuno cresce ed evolve, oppure degenera e decade, scegliendo il bene o il male. Chi tergiversa, decide di non esistere».

E proprio «i primi canti della Divina Commedia provocano a sperimentare la propria vita come l’inizio di un viaggio, nel quale agire risolutamente, gettandosi a capofitto in ciò che è vero, buono e bello». Il loro fascino «consiste nel saper evocare la nostalgia presente nel cuore di ogni persona di sentirsi custoditi da un Amore più grande di ogni fragilità umana».

Gregorio Vivaldelli, sposato e padre di quattro figli, vive a Riva del Garda (TN). Ha conseguito a Roma la licenza di specializzazione in Scienze bibliche e il dottorato in Teologia biblica. Insegna Sacra Scrittura negli Istituti Teologici della Diocesi di Trento. Svolge un servizio di formazione biblica intervenendo a convegni e a giornate di spiritualità. Attraverso serate pubbliche e percorsi didattici, condivide il fascino e l’attualità del viaggio di Dante nella Divina Commedia.

In allegato, la locandina dell’incontro.