Essere portatori di pace nel quotidiano

Il messaggio di speranza dalla Veglia di Avvento dei giovani con l’arcivescovo Ivan

«Indifferenza, emarginazione, odio, umiliazione, violenza, omertà, bullismo sono guerre che portiamo dentro di noi, che coinvolgono tanti vostri coetanei, che troppe volte hanno un epilogo drammatico. Dobbiamo evitare di fermarci impotenti davanti a qualcosa che avvertiamo più grande di noi. Dobbiamo evitare di guardare da un’altra parte». Sono le parole dell’arcivescovo Ivan Maffeis a conclusione della Veglia di Avvento animata da centinaia di giovani della nostra comunità diocesana tenutasi in cattedrale, la sera del 19 dicembre, invitati dalle Pastorali Vocazionale, Giovanile, Universitari e Oratori.

Dopo l’ascolto di due testimonianze “forti” di pace di un ragazzo palestinese e di una ragazza ebrea, alcuni giovani hanno raccolto e commentato le parole dei due coetanei provenienti dalla Terra Santa non soltanto come “provocazioni”, ma come un qualcosa che scuote le loro coscienze di fronte alle tante guerre interiori dell’umanità, che poi alimentano quelle materiali con migliaia di vittime. Con queste guerre le generazioni future ci si trovano davanti, a volte vissute a partire dalla famiglia, nella scuola, nel gruppo, nella comunità, nel luogo di lavoro… Sono anche consapevoli che «vanno messi dei segnali di stop a queste “guerre” nell’essere messaggeri di pace senza conformarsi a questo mondo, come ci ha insegnato san Paolo e come ha ricordato l’arcivescovo Ivan: «essere portatori di pace a partire dal nostro quotidiano».

E nelle parole semplici ma impegnative della preghiera del Padre nostro, quei ragazzi che provengono in gran parte dalle esperienze in parrocchia, all’oratorio, nelle associazioni e movimenti laicali, sono consapevoli che «soltanto l’aiuto di Cristo può sconfiggere queste nostre guerre». L’indifferenza, l’emarginazione, l’odio e l’umiliazione sono le categorie di conflitti interiori che più preoccupano i giovani perugino-pievesi da come si evince dai piccoli adesivi in rosso che ciascuno di loro ha posizionato accanto al nome della guerra che sente più di ogni altra; nomi scritti su carta bianca ed affissi su una bacheca posizionata in fondo alla cattedrale.

Monsignor Maffeis, nell’augurare un Natale di speranza, ha esortato i tanti giovani presenti ad «affrontare questa deriva» con «uno sguardo diverso. Uno sguardo che sa farsi vicino. Uno sguardo amico e fiducioso. Per questo anche noi, come i discepoli di Gesù, gli chiediamo con forza: “Signore, insegnaci a pregare”. I discepoli erano affascinati da come pregava. Quante volte, racconta il Vangelo, Gesù si sottrae dal rumore della folla e si ritira in preghiera. E nella preghiera trova la forza per tornare con disponibilità ad incontrare le persone e testimoniare loro la vicinanza di Dio, il suo amore, la sua fiducia, la sua tenerezza».

Soffermandosi sulla preghiera del Padre nostro, l’arcivescovo ha detto che «c’è una sintesi del Vangelo», parole semplici che «ci aprono un cammino e non sarà sufficiente una vita intera a esaurirlo. Basterebbe quel “nostro”, che più che indicare un pronome possessivo, dice chi siamo, a chi apparteniamo. Siamo un noi, che fiorisce quando ci si perdona e ci si accoglie, quando si cresce nella fraternità e si impara a servire, quando insieme si costruisce la giustizia e la pace. Proprio come ci hanno testimoniato questa sera Maria, ragazza ebrea, e Nihad, cristiano palestinese. Il pane della speranza, dell’accoglienza, del rispetto, del riconoscimento; il pane che dà forza e permette di vivere la giornata accogliendola dalle mani della Provvidenza, profuma l’esistenza e ci fa – pur nella diversità – un solo popolo di figli di Dio».

La Veglia si è conclusa con alcuni importanti annunci che vedranno nei prossimi mesi protagonisti i giovani della nostra Diocesi negli appuntamenti del Giubileo alle porte.

Dalle giornate diocesane di formazione per gli animatori dei “Gr.Est” (Gruppi Estivi), nei giorni 26, 26 e 27 aprile, prima di partecipare a Roma alla canonizzazione del beato Carlo Acutis, alle giornate di pellegrinaggio a Roma per il Giubileo dei giovani con papa Francesco, dal 28 luglio al 3 agosto, preceduta dai giorni di ospitalità in famiglia di centinaia di ragazzi e ragazze provenienti anche dall’estero per poi recarsi nella capitale. Infine l’annuncio dello svolgimento dell’edizione 2025 dell’attesa “StarCup”, il torneo di Calcio a cinque dei ragazzi degli oratori, occasione di crescita nella fede attraverso momenti di sport, aggregazione e di preghiera, in calendario dal 3 al 7 settembre.