«Ebbene sì; anche l’esperienza al WMF è finita… Da domani riprende la vita quotidiana, il tempo della testimonianza». Lo ha annunciato stamane (lunedì 27 agosto) il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Paolo Giulietti, nel suo “diario di viaggio quotidiano” del World Meeting Families (WMF, Dublino 22/26 agosto), pubblicato nel sito di Umbria Radio www.umbriaoggi.news. Il presule, insieme ai coniugi Gianluca e Maria Rita Carloni, responsabili dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, ha guidato in terra d’Irlanda, dal 19 al 27 agosto, la delegazione diocesana all’IX Incontro Mondiale delle Famiglie con papa Francesco, composta da trenta persone tra genitori, figli, nonni e sacerdoti. La delegazione è rimasta molto entusiasta dell’esperienza vissuta e ha gioito, insieme alle altre italiane, all’annuncio che il X Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Roma, nel 2021. Tanti sono stati gli «arrivederci in Italia» con gli amici irlandesi, che li hanno ospitati, e con i molti altri conosciuti alle giornate del WMF di Dublino.
Mons. Giulietti ha presieduto questa mattina la messa finale del viaggio in Irlanda, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica di santa Monica, mamma di Sant’Agostino. «E’ una felice coincidenza – ha commentato il presule nell’omelia –, per chiedere a Dio che ogni famiglia abbia a cuore, più del successo terreno, la fede dei propri figli».
La delegazione perugino-pievese ha avuto modo di riflettere ancora sulle parole di papa Francesco pronunciate alla solenne celebrazione conclusiva del WMF, di domenica pomeriggio 26 agosto, soffermandosi su quando il Papa ha annunciato «l’azione dello Spirito nella vita di ogni famiglia – ha sottolineato nel suo “diario” mons. Giulietti –: Egli dona coraggio e rende ogni famiglia cristiana fonte di incoraggiamento per tutti coloro che desiderano la vera libertà». Il Santo Padre, «riferendosi al “mistero grande” del matrimonio, di cui parla San Paolo», ha aggiunto il vescovo ausiliare, ha dichiarato «la necessità di riferirsi a Cristo, per partecipare al suo mistero d’amore». Ha anche citato «i monaci missionari irlandesi del VII secolo come modelli di testimonianze evangelica per le famiglie, chiamate a condividere la buona notizia del Vangelo nonostante tutte le opposizioni. Anche i cristiani, tuttavia, possono trovare difficili le parole di Gesù che chiedono di perdonare, accogliere i migranti e difendere i deboli». Non poteva non lasciare il “segno” anche nei perugino-pievesi l’invito di papa Francesco «ad avere fiducia, con le parole di San Patrizio: Cristo avanti a me; Cristo accanto a me; Cristo dietro di me».
Terminata la messa di stamani, la delegazione ha chiuso le valigie per affrontare il lungo viaggio di ritorno a casa (con scalo a Londra) di complessive tredici ore tra autobus, aereo e tempi di trasferimento.