“Penso che di cose ne abbiamo ascoltate tante e, quindi, io sono libero di non dirvi altro. Questa è la prima buona notizia”. Con tono scherzo, ma anche molto soddisfatto, l’arcivescovo Ivan Maffeis si è rivolto, al termine delle sintesi relazionate da ciascun moderatore dei 26 gruppi di lavoro, ai 260 partecipanti alla due-giorni dell’Assemblea ecclesiale “Profezia di una presenza” della Chiesa di Perugia-Città della Pieve tenutasi, il 26 e il 27 maggio, presso il “Centro Sereni-Istituto Don Guanella”.
Una Chiesa capace di ascoltare e orientare. L’arcivescovo, nell’annunciare che l’Assemblea si darà appuntamento il prossimo autunno, all’inizio del nuovo Anno pastorale, dopo che in estate un gruppo ristretto elaborerà quanto è emerso durante le plenarie e nei lavori di gruppo, ha voluto concludere citando l’enciclica Mater et Magistra di Giovanni XXIII. “Una Chiesa – ha commentato – a cui abbiamo dato volto ed è maestra perché è madre. Noi sappiamo che le mamme hanno quella capacità di ascolto, di intuizione, di stare nelle situazioni ed anche di orientare. Credo che il volto della Chiesa a cui oggi, insieme, abbiamo dato anche voce sia proprio questo. Una Chiesa che è madre e grazie a questo diventa o resta, ancora e anche nel mondo di oggi maestra, nel senso che è stato ricordato, nelle sintesi delle relazioni di un paio di gruppi, la figura di don Lorenzo Milani, maestro ed educatore che oggi ne ricordiamo i cento anni dalla nascita”.
Restare fedeli alla propria Barbiana. “È stato un uomo – ha proseguito mons. Maffeis – che ha amato i ragazzi e ha consacrato la sua vita al Vangelo, la fedeltà a loro e ha amato la Chiesa. Io mi sono innamorato di don Milani per l’amore che ha avuto per la Chiesa. Se uno va a Barbiana e si reca al cimitero, vede quella semplice tomba tra tante altre, capisce davvero quest’amore, quello di un uomo che ha avuto forza e franchezza, anche asperità in certi suoi passaggi, ma ha sempre amato la Chiesa. Don Lorenzo ci insegna che possiamo anche sbattere la porta – penso alle tante “Porte” di cui abbiamo parlato tra ieri ed oggi -, ma dobbiamo sbatterla dal didentro, non sbatterla per andarcene. Sbattiamo la porta quando serve, ma amiamo la Chiesa al punto tale di essere consegnati come don Milani a qualcosa che umanamente sembra molto piccolo, irrilevante: Barbiana. Ciascuno di noi ha una Barbiana a cui restare fedeli”. Mons. Maffeis ha concluso con un “arrivederci-augurio” che è anche un impegno di fede: “Ci vediamo questo autunno e buona festa di Pentecoste a tutti!”.
Riccardo Liguori