Anche a Perugia è stata celebrata la Giornata dei missionari martiri nel mondo nel ricordo dell’uccisione, nella cattedrale di San Salvador, dell’arcivescovo san Oscar Romero, il 24 marzo 1980, che ha dato la vita per il Vangelo.
Nel capoluogo umbro, presso il centro parrocchiale “Shalom” di Santo Spirito, si è tenuta la Veglia di preghiera guidata dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme ai sacerdoti mons. Orlando Sbicca, direttore dell’Ufficio diocesano per le missioni, mons. Saulo Scarabattoli, parroco di Santo Spirito, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e don Antony Situma, cappellano della comunità anglofona.
Nel commentare la Parola di Dio, l’arcivescovo Maffeis, ha ricordato le sue esperienze missionarie, maturate durante le visite ai suoi confratelli trentini nel sacerdozio in terra di missione, e la forza che ha ricevuto dal poter condividere le gioie e le speranze, le sofferenze e le attese di questi sacerdoti dediti a testimoniare il Vangelo nelle regioni più remote del mondo. “Come ci mostra la vita di san Oscar Romero – ha detto mons. Maffeis – solo il servizio umile e costante per la dignità dell’uomo porta frutto. Siamo tutti chiamati ad aprire il cuore ed a sentirci parte della Chiesa che è nel mondo”.
La veglia è stata preceduta dalla “cena povera” (a base di riso e patate), per sostenere i ragazzi del “Centro Kay Chal” dove ha lavorato per tanti anni suor Luisa Dall’Orto, uccisa ad Haiti lo scorso 22 giugno. “Sono fanciulli che hanno sofferto sia per il terremoto del 2010 che per le successive violenze e distruzioni da parte di bande armate”. A sottolinearlo, a margine della veglia, è stata Anna Maria Federico, responsabile del Centro missionario umbro e operatrice dell’Ufficio diocesano missionario di Perugia, che ha anche commentato che “con questa celebrazione così intensa e partecipata abbiamo tutti sentito di essere Chiesa viva e sperimentato che l’animazione missionaria, a partire da quella parrocchiale, è un valore aggiunto che ci fa crescere tutti”.
Come segno di speranza che non muore mai, nemmeno in terra di missione, sono stati deposti ai piedi dell’altare i ceri accesi dall’arcivescovo con i colori dei cinque continenti insieme a cinque vasetti di grano germogliato.