Cena e preghiera missionaria

Domenica 19 ottobre la Giornata missionaria; venerdì 24, la cena del povero (alle 20) e la Veglia missionaria (alle 21) presso la Basilica di San Pietro. La testimonianza di suor Daniela Zanon.

Domenica 19 ottobre tutta la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale, alla luce del Messaggio di Papa Francesco e del videomessaggio di Papa Leone, “Missionari di Speranza fra le genti”.

La Chiesa diocesana si ritrova per una Veglia missionaria – che coinvolge anche le comunità migranti – venerdì 24 ottobre, alle 21, presso la Basilica di San Pietro a Perugia. La preghiera è preceduta, alle 20, dalla condivisione di una “cena povera” per ricordarci di chi in altre situazioni e luoghi consuma quando può un solo piccolo pasto.

Il responsabile dell’Ufficio missionario diocesano, diacono Massimo Pio Gallì, ricorda che la colletta obbligatoria di domenica 19 ottobre è “lo strumento che consente alla Chiesa di partecipare alle necessità di fratelli e sorelle dei quali non conosciamo il volto, ma che possiamo raggiungere insieme, perché possano glorificare il nome di Dio”. Di qui la fiducia: “Sicuro che non farete mancare il contributo della comunità che presiedete, vi ringrazio; fin da ora, assicuro a voi ed alle comunità tutta la disponibilità del servizio che gestisco nel supportarvi nelle attività che vorrete realizzare in questo prossimo Anno Pastorale”.

In allegato, la locandina.

Di seguito, la testimonianza di sr. Daniela Zanon delle suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino.

“Chi dice mese missionario, nel nostro contesto cristiano, volge il pensiero al mese di ottobre. Da quest’estate, per me, il mese missionario ha assunto un ulteriore colore, dato dalla mia esperienza estiva in Colombia.

Ho avuto il privilegio di vivere un mese tra le suore della mia famiglia religiosa (francescane missionarie di Gesù Bambino) presenti in diverse città e villaggi colombiani.

Il mese di servizio e missione passato in Colombia è stato una chiamata a incontrare, accogliere, conoscere, guardare dentro al mio cuore. È stato un mese che ha richiesto rispetto e curiosità.

Come sempre, uscire dal conosciuto e immergersi in un nuovo contesto, una nuova cultura, una lingua diversa, è un Dono di Dio.

Con queste poche righe, il desiderio è quello di restituire, anche se in piccola parte, alcune pennellate di questo tempo vissuto in Colombia.

È stato davvero prezioso poter entrare in contatto con un gruppo di poveri, che ogni giorno veniva alla mensa gestita dalle nostre suore con un gruppetto di volontari. Mentre veniva preparato il pranzo, loro si sedevano all’esterno della mensa, recitavano insieme il Rosario, e poi una suora leggeva il vangelo e chi voleva poteva condividere sulla Parola appena ascoltata. Che onore poter ascoltare le loro condivisioni, poter ricevere il loro sguardo sulla vita, sul Vangelo; assaporare la loro sensibilità.

Che gioia poter stare in semplicità con i poveri e tra i poveri; che arricchimento per la mia vita vedere la grande solidarietà della gente, della comunità; che boccata di aria buona, poter respirare questa condivisione tanto materiale quanto spirituale. Posso dire di aver vissuto con un popolo accogliente, gentile, generoso, capace di gioire di ciò che ha.

Più in generale, ho trovato in questa porzione di Chiesa colombiana che mi è stato dato di vivere e servire, una fede da figli, che sanno che tutto dipende dal Padre e dalla Madre Maria, e a loro si rivolgono con totale fiducia, incessantemente; una fede appassionata, una devozione popolare che raduna a diverse ore del giorno e della notte bambini, ragazzi, famiglie, persone anziane, poveri e ricchi insieme. Tutti insieme per cantare (probabilmente ad alta voce e con gioia) il Signore che non abbandona, il Signore che salva, il Signore che ha una promessa e che già oggi può essere incontrato.

Il servizio vissuto non si è solo limitato alla condivisione con i poveri, ma anche all’ambito giovanile. Ho avuto la possibilità di entrare in molte scuole, di passare in molte classi (soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado), per annunciare ai ragazzi degli ultimi anni di liceo quanto è Buono il Signore, e quanto è grande il Suo Amore per ciascuno e ciascuna. Spesso la figura di San Francesco di Assisi è stata un “apripista” per il confronto, per il dialogo, per suscitare domande e interesse. Molti studenti non erano cristiani, o comunque non frequentavano la Chiesa. È stato importante poter parlare con loro di gesti concreti per far crescere nel mondo la pace, a partire dalla loro realtà, dalla loro famiglia, dalle loro amicizie.

Le loro domande, i loro dubbi, le loro obiezioni, sono rientrate con me in Italia; sono una provocazione per la mia quotidianità, per il servizio che sono chiamata a vivere qui.

Sento che non a tutti è data la possibilità di vivere un’esperienza di missione in un altro paese, però credo che ognuno di noi può provare, nel suo piccolo, a rispondere a questa domanda: come posso coltivare un cuore missionario, oggi, a Perugia? Come “uscire” per andare incontro alle sorelle e ai fratelli che mi vivono accanto?

Personalmente, ho trovato un inizio di risposta in una frase scritta dalla nostra Madre Fondatrice (suor Maria Giuseppa di Gesù Bambino): Amare, servire, rimirare Gesù nel prossimo e il prossimo in Gesù”.

 

 

 

Sr. Daniela Zanon fa parte della comunità del Collegio Sant’Antonio di Perugia,

è Economa, svolge un servizio di animazione liturgica nella Parrocchia di Santo Spirito

e collabora con la Pastorale Universitaria diocesana