Celebrazione conclusiva solennità del Santo Patrono Costanzo

S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Chiaretti

L’ARCIVESCOVO MONS. GIUSEPPE CHIARETTI: «DA PIÙ PARTI SIAMO RICHIAMATI A SERIETÀ DI VITA»

Un’omelia pregna di riflessioni e contenuti di valore sociale è stata pronunciata dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti durante la solenne concelebrazione eucaristica conclusiva della festa di san Costanzo vescovo e martire, patrono della città di Perugia. La celebrazione si è tenuta nel pomeriggio del 29 gennaio in una gremita cattedrale di San Lorenzo, alla quale hanno preso parte i vescovi della metropolia, numerosi sacerdoti dell’Archidiocesi e le autorità civili. Il rito è stato animato da 150 coristi in rappresentanza delle trenta corali parrocchiali e all’Offertorio i rappresentanti delle Caritas parrocchiali hanno presentato le offerte raccolte in Avvento, come contributo alle opere della Caritas diocesana volte ad accogliere e sostenere ogni giorno le persone in particolari situazioni di bisogno: famiglie in difficoltà, giovani disagiati, donne sole con bambini, ragazzi abbandonati, anziani, malati, senza fissa dimora, emarginati’ .

Mons. Chiaretti ha esordito nell’omelia evidenziando i «tanti problemi che vanno affacciandosi: da quelli delle maxitruffe finanziarie e della crisi della economia reale, con la conseguente chiusura delle aziende, la disoccupazione, l’impoverimento delle famiglie; a quelli, sempre mondiali, conseguenti alla ripresa delle ostilità tra palestinesi e israeliani, ora ferme ma sempre in agguato, e a guerre e disordini in varie parti del mondo. Ma neppure la nostra città ‘ ha aggiunto il presule ‘ ha motivi di piena serenità… . Siamo tutti testimoni di quanto la gente soffra per questo capovolgimento di scenari sociali, tristemente turbati dal prepotente male morale. Ci sarà un atto radicale di resipiscenza? Riusciremo a tirarci via dal virtuale per tornare al virtuoso? Solitamente quando si tocca il fondo, poi ci si rialza. È il desiderio vivissimo di tutti, desiderio che affidiamo alla intercessione del nostro Patrono, perché ci aiuti in ogni caso a vivere nella concordia con spirito di collaborazione».

L’arcivescovo ha espresso anche ottimismo nel dire: «Grazie a Dio, si sta notando un’inversione di tendenza: c’è infatti un allarme sociale più diffuso, e questa presa di coscienza è un bene: cresce la consapevolezza e il senso di responsabilità della gente. Cresce anche, su un altro piano, il controllo del territorio. I processi di integrazione proseguono in tanti modi, anche da parte degli oratori e soprattutto della Caritas. Occorre però non abbassare la guardia ed essere sempre più uniti e decisi, senza indulgere alla sregolatezza e senza rassegnarsi alla occupazione malefica del nostro territorio da parte delle delinquenza organizzata. Occorre esigere da tutti il rispetto serio e continuativo della legalità, e soprattutto occorre promuovere fatti positivi, che aiutino i giovani a recuperare fiducia in se stessi, nella società, nell’autorità».

Mons. Chiaretti ha ricordato che «la Chiesa perugina ha appena terminato il suo Sinodo, nel quale ha preso coscienza della necessità di tornare ad evangelizzare sistematicamente il territorio per un nuovo approccio con la fede, più motivato, più adulto, più aperto alla carità e al volontariato’ . Epigoni di questa operosità cristiana e di questa apertura al prossimo bisognoso sono gli esponenti della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali, che rinnovano, ad apertura d’anno e nella festa del Santo Patrono, la loro volontà d’essere a servizio dei più poveri, così com’è possibile per le loro forze anche economiche, dando prova di quel ‘suggello di umanità e di generosità, che anche il Papa ci ha chiesto. Li ringrazio tutti e ricordo che la loro attività caritativa, fatta con discrezione e con tanto amore per i bisognosi, fa da battistrada all’attività evangelizzatrice, così come faceva Gesù, che prima con il miracolo riscattava il prossimo dai suoi mali fisici, poi con la parola evangelizzava. Anche a noi è chiesto di usare la stessa metodologia, facendo della carità la via maestra per l’annuncio della salvezza plenaria portataci da Gesù».

«I tempi che verranno, stando a quello che gli esperti ci hanno ripetutamente detto ‘ ha commentato l’arcivescovo ‘, saranno economicamente difficili, e dobbiamo stare in guardia, facendo fin da adesso raccolte per i tempi disagiati, aiutandoci reciprocamente, ma anche educandoci ed educando per la nostra parte alla sobrietà e alla moderazione. Non vogliamo creare allarmismi inutili, ma intendiamo richiamare la consapevolezza di tutti all’osservanza di quelle opere di misericordia del capitolo 25 di san Matteo, che sono in realtà opere di giustizia e di solidarietà: una ‘colletta’ liturgica che nasce dall’eucaristia dell’altare e si fa pane spezzato per chi non l’ha. Nelle stazioni quaresimali, che faremo nelle diverse zone, così com’è ormai tradizione, affronteremo, con l’aiuto delle lettere di san Paolo i diversi aspetti della carità, insistendo molto sulla ospitalità allo straniero».

«Ci aiuti in questo cammino di rinnovamento il nostro Patrono ‘ ha concluso mons. Chiaretti ‘, cui dobbiamo la prima evangelizzazione del nostro territorio e il nostro radicamento nella fede cristiana, che è per tutti noi consolazione e speranza, ma anche impegno e coraggio».