Celebrata la XXX Giornata mondiale del malato. Il cardinale Bassetti: “È importante nella malattia avere accanto testimoni della carità di Dio e dell’esempio di Gesù”

“Nonostante la pandemia abbiamo anche quest’anno, grazie a Dio, la possibilità di riflettere sulla realtà della sofferenza umana che mette davanti ai nostri occhi la Croce di Cristo”. Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’omelia della celebrazione eucaristica della XXX Giornata mondiale del malato tenutasi nel capoluogo umbro nel tardo pomeriggio del 13 febbraio, presso la chiesa parrocchiale “Maria Regina della Pace” in Santa Lucia, promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute. Alla celebrazione, animata dal coro di Santa Lucia, hanno partecipato diversi operatori socio-sanitari, volontari di associazioni del mondo ospedaliero e dell’assistenza a sofferenti nel corpo e nello spirito. Ai malati, in modo particolare, si è rivolto il cardinale attraverso la diretta di Umbria Radio InBlu e del canale YouTube della parrocchia, commentando il tema della Giornata: ““Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.

Essere misericordiosi. “Questo tema tocca la sostanza del Vangelo – ha evidenziato Bassetti –, perché Gesù punta in alto, non pone nemmeno sé stesso come modello, ma addirittura il Padre nel dirci di essere misericordiosi come il Padre che è ricco di misericordia e guarda i suoi figli con amore anche quando si allontanano da Lui. Esperienza, purtroppo, che l’abbiamo fatta tutti. Chi di noi, in un modo in un altro, non si è allontanato qualche volta del Padre? Gesù è la misericordia del Padre con il suo atteggiamento verso i poveri, i malati e gli ultimi. Gli evangelisti ci raccontano che Gesù guariva le persone affette da ogni tipo di malattia”.

Testimoni della carità. “Come non ricordare i numerosi ammalati – io stesso sono stato uno di loro – che durante questo tempo di pandemia hanno vissuto nella solitudine nel reparto di terapia intensiva. Per tanti di loro quello è stato l’ultimo tratto della loro vita, certamente curati da generosi operatori sanitari a cui va tanta riconoscenza, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro esistenza terrena. Non si possono dimenticare le immagini che abbiamo visto al Nord Italia, a Bergamo, a Brescia…, che ancora ci toccano e ci commuovono profondamente. Ecco allora quanto è importante nella malattia avere accanto testimoni della carità di Dio e dell’esempio di Gesù. Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza dei malati, come pure a tutti i volontari che donano tempo prezioso a chi soffre”.

L’insegnamento dei sanitari.  Rivolgendosi agli operatori sanitari, il cardinale Bassetti ha ricordato le parole del Papa: ‘Il vostro servizio diventa una missione, le vostre mani, che toccano la carne sofferente di Gesù, possono essere segni delle mani misericordiose del Padre che sta nei Cieli’. Anche quando è impossibile guarire, voi operatori sanitari, ci insegnate che è sempre possibile curare, consolare, far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”.

Le ‘locande’ della Chiesa. “La Giornata del malato ci offre l’occasione per riflettere sui luoghi di cura – ha sottolineato il presule –, che il Papa chiama le ‘locande del buon samaritano’. Da noi queste ‘locande’ non mancano, ma il Papa pensa, soprattutto, alle opere preziose che sono sorte in luoghi di missione. Come non pensare a quello che hanno fatto i missionari, che insieme all’annuncio del Vangelo, hanno sempre favorito la promozione umana cominciando dagli ospedali, dalle case di cura. Mediante queste opere la carità cristiana ha preso forma e l’amore di Cristo, testimoniato dai suoi discepoli, è diventato più credibile. Nel suo messaggio il Papa sottolinea l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche, che definisce ‘un tesoro prezioso da custodire e sostenere soprattutto per i luoghi di missione’”.

Strutture esemplari. “In un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre ritenuta degna di essere accolta e vissuta, queste strutture, come case della misericordia, possono essere esemplari per custodire e curare ogni esistenza anche la più fragile, dal suo inizio fino al termine naturale. Proprio in questi giorni il Santo Padre si è espresso sul fine vita e, come sa fare lui con molta concretezza di linguaggio, egli ha detto: ‘la vita è un diritto, non la morte. La vita va accolta, non somministrata’. Non devono essere solo i cristiani a dire che la vita è al primo posto e va sempre salvaguardata e che non può essere la vita strumentalizzata da nessuno. Questo pensiero del Vangelo, della Chiesa vale per ogni uomo”.

Le nostre case di accoglienza. Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti ha ricordato le “tantissime opere che accolgono la vita nella nostra diocesi. E’ una comunità diocesana ricca dal punto di vista dell’accoglienza e della carità per l’influsso delle figure di san Francesco d’Assisi e di San Bernardino da Siena, che hanno seminato il bene con abbondanza. Come dimenticare in questo momento le nostre case di accoglienza, alcune delle quali le voglio elencare: Il Casolare a Sanfatucchio; Comunità Madonna dei Begni a Casalina; Villa Nazarena a Pozzuolo Umbro; Opera Don Guanella a Montebello; Residenza protetta Fonte Nuovo a Perugia; Casa Serena a Magione; Casa Maria Immacolata a Marsciano; Villaggio Santa Caterina a Solfagnano; Cattedrale dell’Amore della parrocchia di Santa Lucia e tante altre opere di carità come anche i quattro Empori della Solidarietà attivati dalla Caritas diocesana nelle zone più sensibili della nostra diocesi per le tante famiglie bisognose di cibo. Ci sono poi innumerevoli ammalati e persone anziane che vivono a casa e aspetto una visita”, perché, ha ricordato Bassetti, “il mistero della consolazione è compito di ogni battezzato, che è memore delle parole di Gesù: ‘Ero malato e siete venuti a visitarmi’”.