“Sant’Ercolano di fronte a tanti lupi rapaci, e ce ne sono anche oggi, seppe difendere il suo gregge con la parola, con l’esempio e soprattutto con la sua carità apostolica, e seppe mettersi a difesa della sua città impedendo, con la sua autorevolezza morale, che i piccoli e i poveri rimanessero schiacciati. Grande sant’Ercolano!”. Con queste parole pronunciate nell’omelia per la messa celebrata nella festa di Sant’Ercolano, domenica 7 novembre, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della pieve Gualtiero Bassetti ha indicato a coloro che hanno responsabilità di cura di un popolo, il modello del vescovo martire, defensor civitatis, patrono della città e dell’Università di Perugia. Ercolano, ha detto il Cardinale, “è un modello anzitutto per me, suo successore”.
Vicinanza a quanti messi a dura prova dalla pandemia. Quest’anno il Cardinale ha voluto rivolgere un “pensiero particolarmente affettuoso a tutte le famiglie che maggiormente hanno risentito dei disagi causati dal Covid e che vivono, o hanno vissuto situazioni di grande prova e tribolazione”, ricordando, con dolore, che “in qualche famiglia ci sono stati anche due morti…”. “Vorrei poterle avvicinare una per una – ha aggiunto – per chiedere loro come stai, quali sono i problemi che ti affliggono?”.
“La pandemia ci ha veramente messo alla prova più di quello che pensiamo” ha sottolineato Bassetti ricordando famiglie in cui sono cambiate le relazioni e in alcuni casi “è diventato anche più difficile prendersi cura gli uni degli altri”.
Invito a partecipare all’eucaristia. Nessuno può nutrirsi di immagini. “Devo anche constatare, e lo dico con una nota di malinconia, che si è molto allentata la partecipazione alla messa domenicale e molti si sono accontentati e si accontentano ancora di assistervi dal salotto di casa”. “Ma io dico – ha aggiunto il Cardinale – non è la stessa messa, non facciamoci illusioni! Io faccio sempre questo esempio: quando hai fame ti basta nutrirti dei prodotti che vedi pubblicizzati dalla televisione? No. Nessuno può nutrirsi di immagini. E la stessa cosa è per la partecipazione all’eucarestia. Se non si può fare diversamente è un conto, ma non può diventare una alternativa”. “Se non ci nutriamo del cibo reale non potremo sopravvivere e così per il cibo spirituale” ha detto il Cardinale.
Appello a tutti affinché nessuno resti solo. Pensando al tempo che ancora ci aspetta “io non so – ha detto il Cardinale – quanto potrà durare questo periodo di incertezza e di fragilità, ma una cosa raccomando a tutti: fate in modo che nessuno resti solo”. Un appello che Bassetti ha rivolto alle parrocchie, alle istituzioni di volontariato, e “naturalmente” alle “istituzioni civili che devono fare tutto il possibile per quello che loro compete”. Non bastano però le istituzioni a prendersi cura, ha ammonito il Cardinale, “ma bisogna che ciascuno di noi allarghi gli spazi del proprio cuore per condividere, farsi attento, rendersi disponibili” perché la persona che ha bisogno di sostegno e di aiuto potrebbe essere il nostro vicino di casa o un familiare e basterebbe “un saluto, un invito per un compleanno, o una festa di famiglia per farlo sentire meno solo”.
L’amore e la misericordia di Dio e dei nostri Santi vince tutto. “Sì, è vero, c’è tanto dolore attorno a noi, ma la terra è piena e traboccante dell’amore di Dio e dei nostri Santi, e dobbiamo crederci davvero che l’amore e la misericordia dei nostri santi vince tutto e supera tutto perché sono profondamente vere le parole del Salmo 9 su cui dovremmo spesso ritornare, e che dice ‘Signore tu vedi il nostro affanno e il nostro dolore’ ma non basta che tu veda: tu lo prendi tutti nelle tue mani”. Abbiate questa certezza, questa fiducia”, ha concluso Bassetti: “nonostante tutto quello che vi capiti nella vita, Dio vi sorride e lo prende nelle sue mani e lo condivide con voi”.
L’accensione del cero votivo da parte del sindaco. Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della pieve ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa duecentesca intitolata al Santo patrono insieme al rettore don Francesco Benussi e alla presenza dei rappresentati delle Istituzioni civili e del Sodalizio di San Martino. La liturgia è stata animata da “I Madrigalisti di Perugia”. Nel rispetto delle norme antiCovid numerosi fedeli hanno partecipato alla messa, che si è conclusa con la preghiera a Sant’Ercolano e con l’accensione da parte del sindaco Andrea Romizi del cero votivo offerto dal Comune di Perugia, che arde di fronte al reliquiario di Sant’Ercolano esposto per la sua festa.