“Grazie a Sofia, Omar, Kamel, Eleonora, Henok e Milad: la loro scelta di ricevere il battesimo per vivere da cristiani diventa un forte richiamo per noi, che il battesimo l’abbiamo ricevuto tanti anni fa e forse l’abbiamo conservato in naftalina, come succede con certe tovaglie, talmente belle che finiscono per restare in un cassettone, inutilizzate, sempre in attesa dell’occasione buona… Da questi giovani ci viene un salutare scossone a far nostra un’esistenza pasquale, che profuma per ogni gesto d’amore, di compassione, di solidarietà, di servizio, di preghiera, di perdono e di tenerezza di cui la sappiamo arricchire”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis a conclusione dell’omelia, intitolata “Un battesimo senza naftalina”, pronunciata alla Veglia pasquale, l’8 aprile, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, dove per le sue mani hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana sei giovani al termine del catecumenato. La liturgia battesimale degli adulti è stato uno dei riti caratterizzanti la Veglia pasquale, “la madre di tutte le celebrazioni cristiane”, come lo stesso mons. Maffeis l’ha definita, insieme alla benedizione del fuoco, all’accensione del cero pasquale e alla benedizione dell’acqua immergendo il cero nel fonte battesimale.