«Per il secondo anno consecutivo ci ritroviamo in questa chiesa cattedrale per far memoria di san Giuseppe, lo sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù. Mi auguro che questa celebrazione possa diventare per la Chiesa perusino-pievese una vera e propria tradizione. Ringrazio la Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello, unitamente all’Ufficio di Pastorale Familiare per aver promosso l’odierna giornata di riflessione e di preghiera». Con questo auspicio il cardinale Gualtiero Bassetti ha introdotto la sua omelia pronunciata nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il pomeriggio del 19 marzo, solennità di san Giuseppe e festa del papà. Solennità, che nella cattedrale perugina, si è aperta con la suggestiva “calata” del Sant’Anello animata dall’omonima confraternita; la reliquia ritenuta dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a san Giuseppe, portata a Perugia sul finire del XV secolo dopo essere stata trafugata nella città di Chiusi. Dopo l’esposizione del Sant’Anello, è seguita la catechesi rivolta alle coppie di fidanzati e di sposi dal titolo: “Figlio perché ci hai fatto questo? L’arte della genitorialità oggi”, tenuta da don Francesco Buono, sacerdote diocesano e teologo. La solennità di san Giuseppe è stata vissuta anche come occasione di preparazione alla X Giornata mondiale delle famiglie (Roma, 22-26 giugno), in un tempo di speranza e rinascita per riflettere sull’“amore familiare: vocazione e via di santità”.
Segno della giornata. L’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, a fine celebrazione, ha voluto lasciare un segno della giornata a ciascun padre: una bottiglietta con l’acqua benedetta e un’immagine con preghiera a San Giuseppe. «Un segno – hanno spiegato i coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili della Pastorale familiare – che vuole riportare nelle case l’abitudine alla benedizione in famiglia, soprattutto del padre verso i figli, magari al mattino prima di cominciare le “corse” quotidiane o al momento di andare a letto per terminare la giornata riconciliati e sereni. Si ricorda il duplice significato di questo gesto, la benedizione del padre verso i figli e l’affidamento al Padre celeste». Gesto che il cardinale Bassetti ha compiuto al termine della celebrazione nel benedire le famiglie e nel raccogliersi in preghiera dinanzi al Sant’Anello.
Famiglia, nido d’amore. «La famiglia è per tutti il nido d’amore dove la vita attecchisce – ha sottolineato il presule nell’omelia –; va perciò costruita su quel modello d’amore che è la santa famiglia di Nazareth, e va vissuta come piccola chiesa, plasmata sullo stesso modello trinitario da cui la Chiesa deriva. L’educazione dei figli è poi la grande fatica che i genitori devono affrontare. Anche Maria e Giuseppe ebbero a che fare con il richiamo educativo riguardo a Gesù… Eppure Gesù era il figlio di Dio, ma nell’ordine umano, la mamma, era mamma anche per Lui».
Il sacramento del matrimonio. Bassetti ha avuto parole di incoraggiamento anche per i fidanzati: «Voi fate un serio catecumenato, e cioè un vero cammino di fede prima di accedere al sacramento del matrimonio, che vi dà la grazia per essere ministri e comunicatori con Dio della vita. La comunità ecclesiale deve avere molta cura nei vostri confronti, educandovi alla conoscenza del “mistero grande” insito nel matrimonio (Ef 5,32), anche con il ricorso agli strumenti che garantiscono l’esperienza religiosa: la preghiera, i sacramenti, la vita di grazia, il rispetto reciproco, oltre alla castità che deve precedere il matrimonio cristiano».
Il pensiero alla martoriata Ucraina. Il cardinale, nel commentare le parole di Dio rivolte a Mosè nel libro dell’Esodo, ha esclamato: «Quanto conforto – soprattutto in questi giorni di guerra – ci dà sapere che non siamo abbandonati a noi stessi, che le nostre preghiere sono ascoltate, che Dio vede e interviene. Dio guida la storia, ma solo lui conosce i tempi in cui agire. Anzi, come si legge nel brano del Vangelo, Dio sa attendere, e aspetta che l’albero infruttuoso porti frutti in avvenire. Quanto sono forti e impegnative, però, le parole che Gesù rivolge a coloro che avevano assistito alla tragedia di alcuni rivoltosi uccisi da Ponzio Pilato: “Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”. Questo appello, che vale per tutti noi, e in particolare in questo tempo di Quaresima, fa sentire tutta la sua forza proprio nel contesto dell’invasione dell’Ucraina».
L’aiuto di Giuseppe per la pace. «In quale senso potremmo mettere in atto la conversione che ci può salvare?». Si è chiesto il cardinale Bassetti dando, nel contempo, la risposta: «Ci viene in aiuto Giuseppe. Lui è anzitutto l’uomo “giusto”, come lo definisce l’evangelista Matteo (cf. Mt 1,19). La giustizia è il presupposto per la pace, e senza di essa non ci può essere pace vera. In questa guerra così atroce chiediamo a Dio di suscitare persone che, illuminate dal suo Spirito, sappiano costruire la pace. Chiediamo a san Giuseppe di proteggere la Chiesa tutta e in particolare le famiglie dell’Ucraina. Chiediamo alla Vergine Maria, Regina della Pace, di aiutarci a costruire la pace e ad ascoltare la voce del suo Figlio Gesù».