«L’Epifania del Signore è un messaggio di grande speranza, anche in questa pandemia, perché l’Epifania è una manifestazione di luce per tutti». Lo ha detto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, al Tg3 Rai Regione nel corso di una intervista nell’Arcivescovado di Perugia. «L’Epifania – ha proseguito il presule – è la festa che più rassomiglia al Natale dove abbiamo la luce del Cielo che si espande sulla capanna di Betlemme e illumina, oltre il presepe, i pastori. Nell’Epifania c’è sempre la stessa la luce, la luce del Verbo incarnato, che risplende sui Re Magi e li conduce. In questa luce si possono cogliere i due aspetti della vita cristiana: da una parte i pastori vengono illuminati all’improvviso, perché Dio si manifesta loro di colpo, con la sua potenza; dall’altra i Magi, che rassomigliano più a noi, perché devono fare un lungo cammino. I Re Magi sono sottoposti a tante prove con la Stella che gli appare e scompare, proprio come l’incertezza della nostra vita, ma con la fede profonda di incontrare il Signore Gesù».
«Credo che anche noi, in questo momento – ha sottolineato il cardinale –, stiamo attraversando delle prove tremende, ad iniziare dalla pandemia con tutte le conseguenze che comporta, anche con le incertezze della politica, delle istituzioni. Siamo di fronte ad un avvenire che nessuno è in grado di fare dei pronostici precisi. Questo è il momento per i credenti di farsi illuminare ancora di più dalla fede. Noi siamo chiamati ad annunciare il piano di Dio sulla storia, nonostante le prove che stiamo attraversando».
La pandemia ha anche aggravato la crisi sociale e per fronteggiarla, ha detto il cardinale Bassetti, «bisogna che tutti – cominciando da noi credenti, dalla Chiesa – facciano il possibile per salvare l’umano, Cristo si è fatto uomo. C’è una umanità da salvare e da recuperare con tutti i valori del Vangelo, ma anche con tutti i valori della Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo in Italia delle figure formidabili da imitare: La Pira e Toniolo. Entrambi ci hanno insegnato che bisogna sempre partire dall’uomo e dai suoi problemi, perché sono gli stessi problemi di Dio quando sono posti in una giusta luce. Quindi occorre impegnarsi anche come Chiesa per salvare, in questo momento di prova, l’umano che è poi anche il cristiano per noi».