Il cardinale Bassetti, alla celebrazione eucaristica in cattedrale della domenica della Ss. Trinità, ha parlato di «tre verbi attraverso i quali Dio si manifesta: amare, dare e salvare»

«In questo mondo, segnato da tante tribolazioni, si continua a morire a migliaia di pandemia, soprattutto nei Paesi più poveri. Penso alla situazione del Brasile e del Perù, mentre chiediamo al nostro Padre, che sta nei Cieli, di liberarci da questa epidemia». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’omelia della celebrazione euristica della domenica della Ss. Trinità (7 giugno), nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, a cui ha partecipato una rappresentanza dei giovani animatori degli Oratori parrocchiali in vista dell’imminente avvio delle attività dei “Gr.Est” (Gruppi Estivi) per bambini e adolescenti.

Soffermandosi sul significato della solennità odierna, il cardinale ha detto: «dobbiamo rallegrarci, perché Dio, che è trinità, “ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Vedete, Gesù non ci parla con parole incomprensibili astratte, ma nella concretezza e nella semplicità. Nel brevissimo brano del Vangelo di oggi, troviamo tre verbi, attraverso i quali Dio si manifesta: amare, dare e salvare. Il Padre ama il mondo e dona il figlio amato e questo Figlio opera la salvezza e dona lo Spirito Santo. Ecco la Trinità: una volontà unica, nei nostri confronti, la nostra salvezza e tre persone distinte, ma non separate che realizzano questo volere d’amore. Proprio in questo nostro “volere”, cari fratelli, sta la nostra responsabilità: rispondere, o meglio, corrispondere a questo amore. Se non rispondi ti condanni da solo al vuoto, al non senso… Come ci ha detto papa Francesco: “lo Spirito Santo ci strappi dagli accampamenti della paura, ci spinga sulle strade del mondo, ci scuota dai nostri pregiudizi e scrolli le nostre false sicurezze”».