Da alcuni anni la Chiesa ha fatto del 18 novembre la giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. Il tema ci mette davanti alle ferite di chi si è sentito tradito da persone e ambienti ritenuti affidabili; ferite spesso consumate nel silenzio, per la difficoltà di dare un nome a quanto si è subito come per la paura di non essere creduti. È un dramma le cui conseguenze si riversano sulla famiglia, esponendola a tensioni, incomprensioni e prese di distanza.
“Il dolore delle vittime e delle loro famiglie – scriveva Papa Francesco nel 2018 – è anche il nostro dolore ed è pertanto urgente riaffermare il nostro impegno a garantire la protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili”.
Questo appuntamento annuale, più che fermarsi sugli scandali, punta a rilanciare l’impegno di prevenzione e di cura – che “non sono una strategia, ma il cuore del Vangelo” (Leone XIV) – per far sì che la società e la stessa Chiesa siano una casa sicura, capace di generare relazioni autentiche, nel rispetto per la dignità inviolabile di ciascuno.
don Ivan, Vescovo

