23 ottobre
SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO
sacerdote
Memoria facoltativa
Nato nel 1386 a Capestrano (L’Aquila) dalla nobile famiglia dei conti di Celano, fu a Perugia già nel 1405, ospite del collegio La Sapienza, per lo studio del diritto, che portò a termine brillantemente. Fu dapprima assistente della vicaria di Napoli; tornato a Perugia, fu tra i sei giudici chiamati ad amministrare la giustizia nei rioni della città: a lui fu assegnato il rione di P
orta Santa Susanna, il più difficile, in cui operò con grande saggezza. Durante l’occupazione della città da parte di Braccio da Montone nel 1415, anche il giovane giudice capestranese, inviato per trattare la tregua con Carlo Malatesta e Ceccolino, fu fatto prigioniero e rinchiuso nella torre di Brufa, da cui tentò inutilmente di evadere, fratturandosi anche una gamba; durante quella reclusione forzata ebbe modo di rivedere la sua vita, e in seguito ad una visione di san Francesco desiderò farsi frate. Licenziata la sposa, si ritirò nel convento di Monteripido nel 1416, compiendo un gesto da “folle di Dio”, che lui stesso così descrive: “Mi misi in testa una mitra con la scritta dei peccati che avevo fatti, e così cavalcai per la città sopra un asino, standovi su alla ritrosa, in disprezzo di questo misero mondo fallace”, tra le risa e gli schiamazzi dei ragazzi. Appena sacerdote, fu nominato inquisitore dei Fraticelli e iniziò le sue lunghe e vaste peregrinazioni in Italia e fuori d’Italia, soprattutto nel difficile mondo dei Balcani, ove le divisioni
dei principi cristiani favorivano l’avanzata dei Turchi. Su di essi fra Giovanni e l’esercito crociato ottennero la splendida vittoria di Belgrado nel 1456, anno in cui il capestranese, il 23 ottobre, morì presso Ujlak sulla riva del Danubio, sfinito dalle fatiche. È stato giustamente chiamato “l’apostolo dell’Europa”.