Il prete, un nobile di stirpe contadina

Scrivo queste righe nel giorno in cui con p. Marco, parroco di San Domenico, condivido l’anniversario dell’ordinazione presbiterale. Scrivo alla vigilia di una nuova ordinazione, quella di don Samuele Betti (al centro nella foto). Dalla memoria degli inizi s’affacciano parole di un manoscritto medievale, che partecipo ai sacerdoti della nostra Diocesi.

“Un prete dev’essere grande e piccolo, nobile di spirito come di sangue reale, semplice e naturale come di stirpe contadina, un uomo che si è battuto con Dio, un peccatore a cui Dio ha perdonato, maestro dei suoi desideri, un servitore per i deboli e i poveri, che non si abbassa davanti ai potenti, discepolo del suo Signore, capo del suo gregge, un mendicante dalle mani largamente aperte, una madre per confortare i malati, con la saggezza dell’età e la confidenza di un bambino, teso verso l’alto, i piedi sulla terra, fatto per la gioia, esperto del soffrire, lontano da ogni invidia, un amico della pace, un nemico dell’inerzia, fedele per sempre… Così diverso da me!”.

don Ivan, Vescovo