“L’aspettiamo a Perugia, Santità. Le vogliamo bene”. Dietro il sorriso di Papa Leone si legge una disponibilità chiamata a fare i conti con un’agenda che è spalancata sulla piazza del mondo.
Martedì 17 giugno, nell’accoglierci come Vescovi delle Chiese che sono in Italia, ci chiede di andare all’essenziale per individuare modi e linguaggi con cui “aiutare le persone a scoprire la gioia del Vangelo”. Dalla relazione con il Signore, aggiunge, nasce l’impegno per la pace, fino a diventarne “artigiani nei luoghi della vita quotidiana”.
In un contesto in cui la dignità dell’uomo rischia di venire appiattita o dimenticata, ci ricorda che “la persona umana è creatura, relazione, mistero, sete d’infinito e capacità di legame”. Di qui la sua indicazione a coltivare la cultura del dialogo, fatta di ascolto, confronto, cura delle parole e delle relazioni.
Ci congeda incoraggiandoci a restare uniti, a fare della sinodalità una mentalità, a guardare al domani con serenità, fiduciosi del ruolo dei laici in ogni ambiente di vita.
don Ivan, Vescovo

