21 maggio
BEATA COLOMBA DA RIETI
vergine
Memoria facoltativa
Perugia: Memoria obbligatoria
Dal Comune delle vergini o delle sante religiose con salmodia del giorno del salterio.
Ufficio delle letture
Seconda lettura
La beata Colomba da Rieti nel ricordo delle consorelle.
(“Libro delle vestizioni… del monastero della beata Colomba”, in “A ricordo del V centenario della nascita della beata Colomba da Rieti”, Perugia 1967, pp. 66-67)
Allegramente s’impegnò ad osservare la regola della Penitenza di san Domenico
Il clementissimo e misericordiosissimo Dio e Signor nostro Gesù Cristo benedetto chiamò ai tempi nostri la sacra vergine beata Colomba da Rieti, esempio di virtù e innocenza, a speciale ammaestramento delle suore della Penitenza di san Domenico, particolarmente della nostra inclita città di Perugia (nella quale detta beata vergine venne ad abitare l’anno del Signore 1488 a dì 15 di settembre, qual fu mercoledì delle quattro “tempora”) dove al presente è speciale avvocata e difenditrice. Questa santa vergine elesse la vita collegiale di santa Caterina, che è fondata nella regola della Penitenza di san Domenico, aggiuntovi l’esercizio dell’attività apostolica. E questo modo di vivere mise in pratica lei con i fatti e i costumi, e persuadeva ciascuna ad accettarlo come cosa all’anima salutifera.
Infervorata questa sposa di Cristo del supremo amore, allegramente si impegnò ad osservare la regola della Penitenza di san Domenico, emettendo i tre sacri voti, cioè obbedienza, povertà e castità. E questo avvenne nel giorno di Pentecoste, detta Pasqua di rose, nella chiesa di san Domenico di Perugia, davanti all’altar maggiore, nelle mani del priore del convento e alla presenza di un gran numero di uomini e donne, con tanta devozione e lacrime che mosse tutti gli astanti alla compunzione.
In seguito molte pie donne, di matura età e giovani, la seguirono, e molte suore anziane, che già erano in città, rinunciarono a quanto possedevano e si unirono a lei nella vita comune e nella professione della stessa regola, cosicché in poco tempo crebbe grandemente il numero delle religiose, appartenenti anche alle principali famiglie cittadine. Cresceva contemporaneamente la devozione e la venerazione per lei: tutte le generose e pie donne l’amavano e onoravano. E tanta era la frequenza del popolo ad ascoltare le sue sante esortazioni che sembrava avessero udito un angelo di Dio. E così, con il suo parlare infiammato di carità, attirava a Cristo ogni persona, tanta era la dolcezza del dire. E di continuo esortava all’amore della celeste patria e al disprezzo delle vane cose del mondo, e non voleva che si avesse affezione a niuna cosa terrena.
Esortava massimamente alla povertà e non ammetteva che le sue figliuole fossero attaccate a cose particolari, benché minime; e ogni cosa voleva fosse comune, anche l’abito, se fosse stato possibile.
E molto le esortava alla santa obbedienza, a imitazione del dolce e diletto Sposo, il quale volle essere obbediente fino alla morte, come dice il vaso di elezione san Paolo: “Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce” (Fil 2, 8). Diceva: Seguiamo, dilettissime, il dolce Gesù con la croce in spalla, e imitiamo la sua santa obbediente vita. E molto ancora ci induceva alla santa umiltà, a imitare il suo celeste Sposo, il quale diceva: “Imparate da me che sono umile e mansueto di cuore” (Mt 11, 29).
Responsorio Fil 1, 21; cfr Gal 6, 14
R/. Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno. * Quanto a me, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
V/. Per suo mezzo il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
R/. Quanto a me, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
Orazione
O Padre, che hai arricchito con i carismi del tuo Spirito la beata Colomba, e l’hai resa messaggera di riconciliazione, dona anche a noi di essere operatori di pace per meritare la beatitudine del tuo Regno. Per il nostro Signore.