
Barbara Baffetti, già autrice di diversi testi della collana I giovani e la fede, editi dalle Edizioni Frate Indovino, nel suo ultimo libro intitolato Un giusto chiamato Livatino propone l’esempio del giovane giudice per illuminare i percorsi che i nostri ragazzi e le nostre ragazze fanno quando si trovano di fronte alle domande e alle scelte più spinose.
L’autrice sceglie di intrecciare la memoria della vita di Livatino alle vicende di quattro adolescenti in vacanza, valorizzandone l’impeto a servire la verità, avendo sempre rispetto dell’umano che aveva davanti, in ogni circostanza. Infatti, non esiterà a spendere tutta la sua giovane vita e le sue competenze di magistrato per ricucire tante ferite della sua terra, anche se questo lo metterà in pericolo di vita. La sua eredità non è quella di un eroe dell’antimafia, ma la testimonianza della profonda unità tra l’uomo e il magistrato nata da una fede che permeava ogni aspetto dell’esistenza e diventava contagiosa. La conversione dei suoi assassini è il primo miracolo di Livatino.
Come evidenzia Don Luigi Ciotti nella postfazione del libro, “troppe volte le figure importanti come la sua ci vengono raccontate in maniera didascalica e solenne. Qui invece si è scelto di puntare tutto sul lato umano, per accendere in voi giovani lettori la scintilla della curiosità e dell’immedesimazione.”