Nel valutare la santità di una persona, la Chiesa verifica anche se abbia compiuto qualche miracolo. Nel caso del Patrono, il “miracolo” si è rinnovato anche quest’anno nel corale riunirsi della Città in un triplice momento.
Dal Comune la “Luminaria” si è snodata alla chiesa di San Costanzo fra palazzi, strade e monumenti, espressione della cultura e della storia della Comunità, innervata dalla fede cristiana: la stessa fede che ha dato al nostro santo vescovo fedeltà nel servizio e forza nel martirio.
Un martirio a cui ci ha avvicinato l’incontro con p. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, raccontandoci la drammatica situazione dei cristiani. Davanti alla violenza del conflitto che insanguina il Medio Oriente, ha ricordato che “se l’umanità non impara a condividere, si rassegnerà a dividersi”.
In Cattedrale la testimonianza di San Costanzo è risuonata nel mandato che Gesù affida ai suoi (“Come il Padre ha amato me, io ho amato voi: amatevi gli uni gli altri”), reso vivo da quanti anche oggi con il loro spendersi per gli altri accendono la vera Luminaria.
don Ivan, Vescovo