Il Becco del Grifone – n. 30

San Costanzo, nel segno della Porta

Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

Il prezioso portale della basilica di San Costanzo e la sua presunta provenienza dalla Cattedrale di San Lorenzo.

Visitando la modesta ma significativa struttura della chiesa che custodisce le spoglie del vescovo Costanzo, patrono e protomartire della nostra diocesi, non sfugge certamente allo sguardo dei perugini il bel portale lapideo che ne impreziosisce la facciata. Nell’anno giubilare, il segno della “porta” come figura di Cristo, ci accompagna più che mai a considerare quello strettissimo legame che esiste tra una chiesa particolare e il suo Patrono che risalta più che mai nelle opere artistiche che la storia ci consegna.

In un articolo di Corrado Fratini, pubblicato nel 2012, troviamo una interessante ipotesi di correlazione tra le decorazioni del portale di San Costanzo e quelle attribuite ad Agostino di Duccio nei frammenti custoditi nel museo della Cattedrale. Che si tratti di un’opera originariamente realizzata per la cattedrale romanica?

La cornice del portale di San Costanzo va divisa in quattro parti: lo stipite sinistro, il tassello soprastante, l’architrave e lo stipite destro.

I primi tre elementi sebbene di autori diversi rientrano, nell’ambito di uno stesso alveo culturale. Qui le forme si fanno morbide e piene, frutti, fiori, simboli, esseri fantastici e il Cristo apocalittico sono percorsi da un fluido tenero e vitale. Certamente i risultati sono meno eletti, dal punto di vista qualitativo, rispetto a quanto si vede in esempi di Assisi, Spello, Foligno, Bevagna, Trevi, Spoleto e in altre località del sud della regione, dove è ben salda la continuità con l’antico, ma certamente le sculture più evolute di San Costanzo hanno il merito di avvicinare Perugia a quegli esiti.

A proposito del montante sinistro, con foglie e petali rigidi, taglienti come rasoi e il grifo e il leone come fissati in uno scatto, linguaggio senza riscontri fuori di Perugia – possiamo estendere i confronti con le sculture del Duomo a conferma di quanto sostenuto altrove da Bertelli. I rilievi romanici di recupero conservati presso la chiesa madre della diocesi sono tre: oltre ad un frammento con la caccia. Agostino di Duccio ne utilizzò altri due. Uno sul retro del San Giovanni della raffinatissima Pietà, con due girali vegetali, includenti un fiorone e un leone.  Questo pezzo per l’andamento della cornicetta, chiusa in basso, è da considerare la parte iniziale dello stipite, mentre l’altro, con la scena venatoria, andava a costituirne l’apice. C’è poi un terzo elemento, intermedio, sul retro del quale lo scultore toscano scolpì il Cristo benedicente, anch’esso per l’altare della Pietà, già murato sulla parete sinistra del San Lorenzo. Su di esso sono visibili due girali, uno con un grifo l’altro, col solito fiorone. Abbiamo dunque sei girali superstiti di cui tre figurati, quanti se ne contano sullo stipite destro di San Costanzo che nel complesso ne presenta nove. Considerando i rapporti proporzionali c’è da supporre che anche la spalla del presunto portale del Duomo dovesse averne altrettanti.

 

Foto storica del portale della Chiesa di San Costanzo in Perugia

 

Valutando la posizione delle tre immagini visibili nei frammenti, possiamo affermare che quest’ultimi dovevano esser posizionati a destra di un ingresso, come in San Costanzo. Ciò porta a concludere che siamo in presenza di elementi di due diversi portali con gli stessi caratteri stilistici e dovremmo immaginarli esegui entrambi per il Duomo. In caso contrario saremmo dinanzi ad una stessa maestranza che fu attiva per la Cattedrale e per un edificio di pari dignità (l’abbaziale di San Pietro?).

Da ultimo resta da affrontare il tema più arduo, la cronologia del nostro manufatto. Com’è noto il primo riferimento alla chiesa di San Costanzo, si ricava da un’iscrizione visibile sul gradino dell’altar maggiore che parla della dedica della chiesa nel 1205. Questo termine potrebbe essere un ante quem, non per l’esecuzione della cornice ma per il suo assemblaggio. I pezzi che la compongono sembrano riferibili ad epoche diverse.

Nel tardo XI secolo lo stipite destro, mentre ad una fase più avanzata, prima metà del XII secolo, potrebbe risalire l’altro stipite, forse pertinente l’edificio anteriore all’ampliamento.

Al 1205, col Cristo fasciato da stoffe strigilate e avvolgenti, potrebbe appartenere l’architrave, realizzato ad hoc per la nuova chiesa, ingrandita e dedicata a Costanzo martire, primo pastore della comunità cristiana di Perugia.

 

Cfr. Corrado Fratini, Il portale della chiesa di San Costanzo: novità sulla scultura romanica a Perugia, in San Costanzo vescovo e martire. Storia, Bibliografia, Liturgia, Società Bibligorafica Toscana, 2012