“La Chiesa, che detesta tutte le persecuzioni, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo”.
A sessant’anni di distanza, le parole del Concilio restano un punto fermo. Non ammettono ambiguità rispetto alle manifestazioni di intolleranza e di violenza che, nei nostri Paesi, sono tornate a colpire la comunità ebraica. La cultura della polarizzazione non aiuta a distinguere e a ragionare, ma strumentalizza, confonde e fomenta lo scontro.
Proprio in applicazione del Concilio, la Chiesa italiana ha stabilito che il 17 gennaio di ogni anno si celebri una “Giornata di dialogo religioso ebraico-cristiano”. La data scelta è il giorno prima dell’inizio della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”: ritrovare le comuni radici è condizione per l’unità.
Più di ieri questo è il tempo in cui perseguire con ostinazione le vie del rispetto, del dialogo e delle relazioni fraterne.
don Ivan, Vescovo
(Papa Francesco nel 2014 in preghiera a Gerusalemme, davanti al Muro del Pianto)