Pregare e preghiere

Chi prega, perché, come e quando pregare

All’apertura del Giubileo 2025 e nell’intento di capire come poter essere “seminatori di speranza”, il pensiero è volato direttamente all’attività che pensiamo connoti il cristiano per eccellenza: il pregare.

La missione principale della Chiesa è annunciare che la salvezza delle persone e del mondo è in Gesù Cristo che è morto e risorto per noi tutti. Senza distinzione alcuna si è fatto carico sulla croce di ogni peccato ed ogni iniquità, aprendoci la via al paradiso quale luogo di comunione definitiva con Dio Padre nella gioia eterna.

Questo annuncio ha per soggetto una persona, Gesù Cristo, che noi proclamiamo risorto (a nuova vita) e presente nella Sua Chiesa (il corpo) di cui è il capo; questa presenza si rinnova quando “dove due o tre  riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Come ogni relazione interpersonale, deve essere coltivata mediante incontri e relazioni (interlocuzioni) che consentono di approfondirla e conoscerla meglio. Questo si ottiene mediante le celebrazioni comunitarie e la preghiera personale.

Il pregare, quindi, è possibile ad ogni persona; non richiede di essere  presbiteri, diaconi, consacrati, ma è possibile in ogni condizione di vita con le capacità di ognuno di aprire il proprio cuore a quella grazia che scaturisce da Dio ed è facilitata dalla volontà di entrare in relazione con il Risorto.

Fin dal sorgere delle prime comunità cristiane, è sorta l’esigenza di coordinare attività comunitarie di celebrazione e preghiera; sono emersi da subito carismi particolari in seno a persone che hanno mostrato in modo chiaro l’azione dello Spirito Santo: “ 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue.”(1 Corinzi 12,28)

E’ da qui che nasce la ministerialità, che non è da intendersi quale ruolo di potere, bensì quale servizio particolare alla comunità nella quale il ministro opera.

Il luogo ed il tempo di preghiera per antonomasia è la celebrazione eucaristica, dove con ruoli diversi i ministri guidano la comunità nella preghiera liturgica.

La preghiera più importante per un cristiano è quella del “Padre Nostro” da parte di tutta l’assemblea riunita. Questa è la preghiera insegnataci da nostro Signore per specificare come si deve pregare e quali sono le cose essenziali da chiedere.

Infatti: ” 7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. 9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, 10venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 11Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male”.(Mt 6,7-13)

Altro momento in cui la Chiesa si mette in preghiera è la “liturgia delle ore” quotidiana che è disponibile a tutti e impegna tutti ministri ordinati e consacrati alla recita sistematica; può essere recitata personalmente o in modo comunitario.

Va sottolineato che il pregare comunitariamente, in celebrazioni liturgiche o meno, consente di accrescere la fede mediante il confronto e la condivisione con i fratelli e sorelle con cui si cammina alla sequela del Cristo.

Altro modo ancora, è la recita del Santo Rosario affidando la preghiera all’intercessione della vergine Maria, prima tra i credenti a cui il Signore Gesù affidò il discepolo amato affinchè ella custodisse la prima comunità e Chiesa nascente.

Quindi il pregare è in parte richiesta ed in parte risposta; richiesta delle nostre necessità che, sebbene già conosciute da Dio necessitano della nostra domanda quale atto di affidamento alla provvidenza di Dio; risposta a quanto ascoltato dalla Parola di Dio che tentiamo di fare nostra (incarnandola) e nello specifico ci spinge a ringraziare e affidare le nostre fatiche a Colui che  può consolare, guarire e salvare.

A questi modi di pregare si affiancano altri, più semplici, ma non meno impegnativi per la nostra relazione con Dio: il silenzio, la preghiera spontanea, il canto, il prendersi cura di altre persone, il lavoro. Tutti questi modi diversi tra loro hanno un fattore comune che è l’amore: che proviene da Dio e deve arrivare ai fratelli e sorelle che incontriamo o a cui dedichiamo le nostre attività.

Ci ricorda il nostro vescovo: ” Lui, il Bambino di Betlemme, il Crocifisso e il Risorto, è la nostra speranza. Lui, porta santa e volto misericordioso del Padre, ci assicura che non siamo gettati e abbandonati in un’esistenza assurda; Lui, via del ritorno a casa, restituisce un significato buono al nostro presente e ci rende testimoni di speranza dove questa è andata perduta.(Omelia della celebrazione del 29 dicembre 2024 apertura dell’anno giubilare)

Allora possiamo dire che la preghiera che ci mette in relazione con il nostro Signore è il canale che fa fluire il Suo amore per portarlo qui sulla terra a quanti ne necessitano, anche con gesti concreti come il lavorare per gli altri o accudire qualcuno.

La preghiera d’intercessione (per qualcun altro) quindi è ancora di più apprezzata da Dio quale segno di cura del nostro prossimo che affidiamo oltre che alle nostre cure, a quelle del Padre che sta nei cieli.

Il tempo che noi stiamo vivendo, è il tempo della Chiesa che qui ed ora, in attesa del ritorno definitivo del suo Signore, lo rende presente come anticipazione del Suo Regno: “7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.” (Mt 10,7)

Per concludere possiamo dire che la vita di un cristiano è immersa nella preghiera che è alimento dell’anima per rimanere in contatto con la persona più importante della nostra vita: Dio Padre che, per mezzo del Suo unico figlio Gesù, ci sostiene in ogni situazione della nostra vita anche quando, nel nostro limite, pensiamo che si sia dimenticato di noi.

Buon 2025, siate seminatori di speranza nel mondo.

 

 

Perugia, 29 dicembre 2024

Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe