“Che vale la vita se non per essere data?”

“L’Annuncio a Maria”, scritto da Paul Claudel nel 1912, è un dramma teatrale in quattro atti, ambientato in Francia all’epoca di Giovanna D’Arco, quando tutto il popolo è attraversato dalla più grave delle crisi: lo scisma. Non c’è più autorità, non c’è il Papa e in Francia non c’è più il Re.  Questa rottura storica influisce sulla vita dei protagonisti, primo fra tutti Anna Vercors, anziano contadino, che sostiene e educa la sua famiglia e mantiene anche un monastero di suore di clausura nell’assoluta gratuità. Nel primo atto egli comunica ai suoi familiari la decisione di fare un pellegrinaggio verso Gerusalemme, mosso dalla grave situazione di incertezza politica e religiosa del Paese, per pregare sopra il Santo Sepolcro per l’unità del suo popolo e dei cristiani.

Nel dialogo tra Anna Vercors e sua moglie Elisabetta, si sveleranno le due posizioni umane possibili davanti alla drammaticità della vita: lui davanti al male dei tempi si dona, disponibile anche a morire affinché il popolo abbia vita; lei, una donna bravissima, appresa la notizia della partenza del marito, gli dirà “Ma noi siamo a nostro agio qui, forse che la Francia non è più buona per te?”, cioè confonde lo star bene con il voler bene.

Le loro figlie, Violaine e Mara, sorelle opposte e complementari, rappresentano due libertà al cospetto della medesima domanda: “Che vale il mondo, rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data?”. E ancora: il giovane Jacques, amato da entrambe, uomo giusto e onesto lavoratore, alle prese con una scelta così grande da sovrastarlo; e Pierre di Craon, il costruttore di cattedrali, il genio santo e peccatore, paradigma della ricerca dell’amore assoluto.

Non c’è personaggio dell’opera che, di fronte a uno “scandalo” – un fatto cruciale e incalcolabile -, non sia chiamato a dare una risposta, a prendere inesorabilmente posizione.

L’ “annuncio” del titolo è questo: il dramma della libertà di fronte al mistero, dinanzi a una realtà che sopravanza ogni progetto umano e incalza l’esistenza. La vita per Anna Vercors è un dialogo con il Mistero che passa attraverso le circostanze più inaspettate: da qui il titolo “Annuncio a Maria”, inteso come il tema della vita come cammino, cioè come vocazione.

Claudel proclama che la vita è “Annuncio a Maria”, in ogni istante, come fu per la Vergine Maria quando si è sentita chiamare dall’Angelo al quale ha risposto “Eccomi sono la serva del Signore”: la vita è il tocco del Mistero e la libertà è disponibilità al Mistero.

(A cura della Libreria delle Volte)