Rapporto Caritas Migrantes. Il volto nuovo dell’Umbria che ne emerge

Popoli in viaggio insieme a noi

È proprio della natura dei popoli – ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato – essere in cammino. Per molti è transito, ma per molti altri potrà essere futuro, stabilità o addirittura nuova patria. Dal lavoro di ricerca svolto da Caritas e Migrantes nell’elaborazione del 33° Rapporto sull’immigrazione possiamo cogliere alcuni aspetti e conoscere la misura e il modo di presentarsi (e rappresentarsi) di una presenza di chi ci cammina accanto e abita con noi. Traendoli dalle fonti ufficiali Istat, il rapporto ci fornisce e mette in evidenza i dati dell’Umbria: una popolazione straniera di 89.737 persone (al 1° gennaio 2024), di cui 40.949 maschi (il 45,6%) contro 48.778 femmine (54,4%). La prevalenza femminile è già un indicatore su come nel tempo sia maturata in Regione una maggiore facilità di integrazione per le possibilità di impiego in lavori riguardanti servizi alla persona o in ambito domestico, dove migliori sono le possibilità di emersione dall’irregolarità rispetto ad altri settori lavorativi, appannaggio tradizionalmente della componente maschile. Di questa popolazione straniera, nella provincia di Perugia risiedono 64.360 persone che rappresentano il 71,7% del totale rispetto al 28,3% di residenti nella provincia di Terni. Dal rapporto sappiamo anche che i permessi di soggiorno in corso di validità registrati in Umbria al marzo 2024 erano 64.860, cifra che – sebbene registrata due mesi dopo la rilevazione del dato sulla popolazione straniera residente – ci evidenzia comunque un gap di circa 25.000 unità tra i cosiddetti “in regola” (sia pure a volte soltanto temporaneamente) e una “zona grigia” composta non propriamente di “irregolari” ma anche di coloro che sono ancora in attesa di regolarizzazione, o anche di rinnovo, spesso inseriti nel Sistema di accoglienza con i suoi centri diffusi nel territorio. Un dato che getta una luce sul problema della lentezza ed estrema farraginosità che affligge il sistema delle procedure burocratiche e amministrative necessarie per il rilascio dei documenti o il riconoscimento dello stato di protezione internazionale. Questo, si sa, rappresenta (e i numeri dell’Umbria ce lo confermano), il vero ostacolo verso un processo di integrazione nelle società di accoglienza e, nella maggior parte dei casi, del pieno ed effettivo riconoscimento di un effettivo diritto alla cittadinanza. Se si parla di cittadinanza, troviamo che su questo punto il Rapporto ha voluto insistere in maniera particolare nell’analisi, anche alla luce del dibattito che si è aperto intorno allo ius scholae . Emerge il dato della ormai consolidata presenza di alunni stranieri all’interno delle nostre scuole, dove affrontano gli stessi percorsi formativi degli alunni italiani. Lo sviluppo dei dati nel tempo restituisce una realtà inequivocabile: a fronte di una perdita, tra gli iscritti al sistema dell’istruzione pubblica in Umbria, di 3.186 unità di alunni con cittadinanza italiana tra gli anni scolastici 2020-2021 e 2022-2023, si registra un saldo positivo di 474 unità per gli alunni di cittadinanza non italiana, facendo passare la percentuale degli alunni stranieri rispetto a quelli di cittadinanza italiana nelle scuole umbre dal 5,9% al 6,2%. È questo un dato che, sebbene più contenuto rispetto alla tendenza registrata a livello nazionale (dal 7,9% all’8,7% nel periodo), indica il radicarsi di una presenza straniera anche in territori dove storicamente il fenomeno immigratorio ha conosciuto flussi meno impattanti. Con tutto questo il Rapporto Caritas – Migrantes ha la pretesa, grazie all’evidenza dei dati raccolti, di richiamare gli attori politici a “tornare in fase” con la realtà, e soprattutto con le persone che la vivono e la abitano. Un tema trasversale e decisivo per il futuro del Paese, ma anche dell’Umbria dei prossimi anni, e che sarà un bel promemoria per tutti alle prossime elezioni regionali.

Vito Simone Foresi

direttore ufficio Migrantes Perugia – Città della Pieve