
L’Abate Francesco Guidalotti, attivo a Perugia nel XIV secolo, è una figura interessante nella storia della città e della Chiesa. Originario di una famiglia benestante, si distinse per il suo carisma e la sua eloquenza, guadagnandosi la reputazione di predicatore. Le sue omelie, spesso critiche nei confronti della corruzione ecclesiastica e dei costumi dei potenti, attrassero un vasto pubblico, in particolare tra le classi popolari. Nel contesto di una Perugia segnata da conflitti tra le fazioni politiche e da un crescente malcontento verso l’autorità ecclesiastica, Guidalotti divenne un simbolo di riforma. Nel 1370, dopo un acceso conflitto con il potere cittadino e la Chiesa, fu costretto all’esilio.
La sua figura è inoltre collegata a una vicenda drammatica che ruota attorno all’assassinio di Biordo Michelotti, un capitano di ventura, avvenuto nel 1398 a Perugia.
Sipario Storico del Teatro Morlacchi in Perugia, Il ritorno di Biordo Michelotti, opera di Mariano Piervittori (foto Sandro Allegrini)
Biordo, noto per la sua intraprendenza, era diventato un leader militare influente e rispettato, ma la sua crescente potenza e le sue ambizioni lo resero oggetto di rancore tra alcune fazioni locali. L’Abate Guidalotti, altrettanto noto per le sue posizioni morali e la sua opposizione alla violenza, si schierò contro l’operato di Michelotti, denunciando pubblicamente i suoi crimini e l’ingiustizia delle sue azioni. L’omicidio di Biordo avvenne in un clima di tensione politica e sociale. Guidalotti fu accusato di incitare all’odio contro Michelotti e di avere un ruolo nella congiura che portò alla sua morte. Questo evento segnò un punto di rottura a Perugia, in cui le rivalità tra fazioni e interessi politici si intensificarono tanto da portare all’assedio e all’incendio dell’Abbazia di San Pietro.
La figura del Guidalotti si caratterizzò come simbolo di una complessa rete di alleanze e conflitti che caratterizzava la città in quel periodo. La sua vicenda, legata all’assassinio di Michelotti, rappresentò un episodio cruciale nella storia di Perugia, riflettendo le tensioni tra la giustizia morale e le ambizioni personali in un’epoca assai turbolenta.

