“Dio Padre, non permettere che diventiamo padroni di quella porzione del mondo che ci hai donato come dimora temporanea. Aiutaci a non smettere mai di camminare, assieme ai nostri fratelli e sorelle migranti, verso la dimora eterna che tu ci hai preparato. Apri i nostri occhi e il nostro cuore affinché ogni incontro con chi è nel bisogno diventi un incontro con Gesù, tuo Figlio e nostro Signore”.
Termina con questa preghiera il Messaggio di Papa Francesco per la 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domenica 29 settembre.
Nelle parole del Papa c’è il richiamo a quella dimensione sinodale che “permette alla Chiesa di riscoprire la propria natura itinerante, di popolo di Dio in cammino nella storia, peregrinante, diremmo “migrante” verso il Regno dei cieli”. Sullo sfondo passa “il riferimento alla narrazione biblica dell’Esodo, che presenta il popolo d’Israele in cammino verso la terra promessa: un lungo viaggio dalla schiavitù alla libertà che prefigura quello della Chiesa verso l’incontro finale con il Signore”.
I migranti di ieri e di oggi diventano così “un’immagine viva del popolo di Dio in cammino verso la patria eterna; i loro viaggi di speranza ci ricordano che «la nostra cittadinanza, infatti, è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo» (Fil 3,20)”.
“Le comunità etniche presenti sul nostro territorio – scrive a sua volta l’Arcivescovo Maffeis nella Lettera pastorale – esprimono una significativa vitalità spirituale: siamo chiamati ad apprezzarne le tradizioni e le espressioni di fede e a favorire l’ingresso di questi fratelli e di queste sorelle nelle comunità locali”.
Nell’invitare le comunità cristiane a unirsi “in preghiera per tutti coloro che hanno dovuto abbandonare la loro terra in cerca di condizioni di vita degne”, don Ivan chiede che la Giornata del Migrante e del Rifugiato sia “un momento di sensibilizzazione, che porti a riconoscere a ciascuno il pane della dignità”.
In allegato, il Messaggio del Papa e la locandina della Giornata.