Sono queste alcune delle domande che muovono l’indagine di Alessandro Zaccuri in “Preghiera e letteratura”. Il testo si presenta come viaggio tra estratti di opere da Lucrezio a Eugenio Montale, da sant’Agostino a Dante, da Cervantes passando per Shakespeare fino a Dickens, Hemingway, Carver e Cormac McCarthy, alla scoperta della spiritualità nascosta o evidente.
In queste pagine l’autore ci presenta estratti di poesie, prose, opere antiche e orientali, fino ad arrivare all’epoca moderna e contemporanea; analizza cosa muove gli autori e il legame tra letteratura e la spiritualità che è fortissimo e tutt’altro che casuale, specie all’interno del mondo cristiano.
Nei romanzi dunque si può ancora pregare e riscoprire quella spiritualità nascosta tra i diversi aspetti della quotidianità. La letteratura può essere testimonianza e traghettatrice di una Vera Presenza, che passa attraverso i secoli e le parole degli autori, e che ci fa sentire meno soli.
Quindi, «Il romanzo ha perso la fede?».
Per rispondere con le parole di Zaccuri: “La letteratura, sia chiaro, non è ancora preghiera, ma di sicuro può aiutare a pregare.”
(A cura della Libreria delle Volte)