È giunto il giorno del saluto di monsignor Marco Salvi alla comunità diocesana Perugia-Città della Pieve, che lo ha avuto vescovo ausiliare dal 5 maggio 2019, in programma giovedì 5 gennaio (ore 18), vigilia dell’Epifania del Signore, nella cattedrale di San Lorenzo. Il vescovo Salvi presiederà la celebrazione eucaristica a cui sono invitati sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e popolo di Dio. Una nutrita rappresentanza di fedeli perugino-pievesi “accompagnerà” monsignor Salvi a Civita Castellana, domenica 8 gennaio, giorno dell’inizio del suo ministero episcopale in terra laziale, insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis, al cardinale Gualtiero Bassetti, al presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) Renato Boccardo e al vescovo emerito di Gubbio Mario Ceccobelli, già vicario generale a Perugia. Il programma di domenica 8 prevede, alle ore 16, l’ingresso del nuovo vescovo nella cattedrale di Santa Maria Maggiore di Civita Castellana, preceduto, in piazza Matteotti, alle ore 15.30, dalla accoglienza riservatagli dalle autorità civili con lo scambio dei saluti istituzionali.
L’attività pastorale di mons. Salvi. Quelli di monsignor Salvi a Perugia-Città della Pieve sono stati anni intensi e delicati a seguito della pandemia, non facendo mancare l’attenzione e la vicinanza della Chiesa particolare alle comunità parrocchiali, alle varie categorie della società, alle famiglie e ai singoli cittadini messi a dura prova negli ultimi tre anni. È stato un pastore in ascolto del suo gregge, come lui stesso si è definito il giorno del suo arrivo a Perugia (5 maggio 2019), dopo essere stato consacrato vescovo, nel duomo di Arezzo, il 31 marzo precedente: «In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato. Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia. Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve». E man mano che ha conosciuto la comunità perugino-pievese non ha esitato a definirla «una realtà ricca, vivace e piena di iniziativa, anche complessa, con risorse umane interessanti che poi sono la vera ricchezza di una Chiesa». Tra le risorse che ha coltivato e fatto fruttare in quasi quattro anni di vescovo ausiliare, quelle della cultura e dei beni storico-artistici ecclesiastici, delle opere di carità, del mondo giovanile e della famiglia. A livello di Regione Ecclesiastica Umbria ha ricoperto l’incarico di segretario della Ceu, di presidente della rete dei Musei Ecclesiastici e di coordinatore degli Istituti diocesani di sostentamento clero.
Il V Centenario della morte del Perugino. Il vescovo Salvi, nel 2022, è entrato a far parte del Comitato promotore delle celebrazioni per il V centenario dalla morte del pittore Pietro Vannucci detto “Il Perugino”, istituito presso il Ministero della cultura, e prima ancora aveva costituito un’apposita commissione diocesana con il compito di redigere un qualificato programma di eventi in preparazione a questa importante ricorrenza per la cultura italiana ed europea. Significativo quanto ha sostenuto in una delle conferenze promosse dalla commissione diocesana da lui presieduta: «Ripensando ai mesi del lockdown non possiamo dimenticare quanto l’arte, nei suoi molteplici aspetti, ci sia stata di supporto in un momento di grande disorientamento in cui ogni certezza sembrava essere venuta meno… I nostri occhi hanno sempre più bisogno di riscoprire una bellezza fatta di forme, colori e stili diversi e i nostri giovani hanno bisogno di un’educazione che gli consenta di conoscere e di apprezzare il cospicuo patrimonio che li circonda. Anche la Chiesa deve fare la sua parte e l’arte può essere la possibilità di una nuova pastorale, in cui il dialogo tra l’umano e l’opera può far comprendere la ricchezza di Cristo e del suo messaggio».