L’intera giornata del 25 febbraio il cardinale Gualtiero Bassetti l’ha trascorsa nei reparti dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia, dove è arrivato con puntualità alle ore 8. Nel grande atrio è stato accolto con molta cordialità dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Walter Orlandi, e da quello sanitario, Manuela Pioppo. Accompagnato anche dal direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, dott. Stefano Cusco, e dal responsabile dei cappellaniospedalieri, padre Adriano Bertero, il cardinale Bassetti ha iniziato la sua Visita al Centro prelievi del laboratorio di analisi e al Day Hospital Oncologico, incontrando medici, infermieri e pazienti.
Il presule si è particolarmente commosso nell’incontrare i giovanissimi degenti del reparto di Oncoematologia Pediatrica, che gli hanno fatto trovare un “piccolo” dono, un quadro ed una pergamena con scritto con inchiostro dorato: «Sua Eminenza, la ringraziamo di cuore per la sua presenza tra noi, nel nostro reparto, accanto a tutti gli operatori che ogni giorno siprendono cura della nostra salute fisica e del nostro benessere mentale, accompagnando ogni famiglia nel cammino di cura. Il nostro percorso di guarigione è lungo, duro ed impegnativo, carico di sofferenza, inquietudine, paura… A volte ci sentiamo un po’ sfiduciati e ci sembra di non riuscire ad affrontare tutta la fatica che la malattia comporta. La famiglia è la nostra angora, il nostro sostegno, il supporto fondamentale per trovare quel calore e quell’amore che diventa forza e coraggio per andare avanti… Per questo le doniamo il quadro che abbiamo realizzato a scuola con le nostre insegnanti, per simboleggiare che la Sacra Famiglia è il riferimento ed il fulcro a cui tendiamo, il “luogo” caldo e confortevole in cui la presenza di Gesù ci fa sperimentare l’amore gratuito. Ogni nostra famiglia, pur nella tempesta che sconvolge e si abbatte improvvisa sulla vita, può trovare il senso della prova e della rinascita proprio attraverso la figura di Gesù, che ci è compagno, amico, confidente. La nostra barca sicuramente non farà naufragio con Lui al nostro fianco… E oggi al nostro fianco sentiamo profondamente anche Lei, che è venuto umilmente qui, a trovarci nella nostra quotidianità, per stringerci in un abbraccio di conforto e di speranza… Confidiamo nella Sua preghiera, nella Sua vicinanza, ci tenga nel Suo cuore! / “I Coniglietti Bianchi”».
Il cardinale, visibilmente commosso, ha augurato loro di trasformarsi «da coniglietti a leprotti». «E’ stato l’impatto emotivo più forte – ha commentato il presule, incontrando a fine mattinata alcuni operatori dei media – e mentre li ho accarezzati, ho pregato con loro. C’era anche una mamma mussulmana che ha voluto che benedicessi il suo bambino, perché la preghiera è sempre un fatto universale per tutti. Vedendo questi bambini mi sono venuti in mente le parole che Papa Francesco disse uscendo dall’Istituto Serafico di Assisi: “le piaghe di questi bambini sono le piaghe della carne di Cristo”. Quello che ci sconvolge e ci fa pensare di più anche a noi credenti è il dolore innocente, perché il dolore consapevole o il dolore che ti fa scontare qualche peccato che hai commesso è una cosa, ma il dolore innocente è sempre un motivo di una profonda riflessione, che poi trova la radice soltanto nell’unico Innocente che salì sulla croce».
«E’ stato molto bello anche l’incontro nei reparti con i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari – ha evidenziato il cardinale Bassetti –, perché io ho detto a loro, in sintesi, voi siete le mani di Dio nell’assistere questi fratelli e se poi ci mettete il cuore allora voi siete anche il cuore di Dio. Ho visto anche un fratello a cui era stato trapiantato il cuore, ma non un cuore umano, un cuore artificiale e qui siamo proprio di fronte ad un miracolo e si capisce proprio come la scienza e la fede, su piani diversi, siano entrambe figlie di Dio, perché anche la scienza è capace di fare dei “miracoli” che non possono che venire da Dio e da chi da Lui è illuminato. Come è stato sottolineato in un reparto, è importante la formazione di tanti studenti universitari e di tanti giovani medici, che sono bravissimi, ai quali ho detto: “se non avessi fatto il prete avrei fatto volentieri il medico per stare a contatto con l’uomo, per sanare l’uomo, perché l’aspetto antropologico del medico è veramente qualche cosa di formidabile. Ritengo questa visita, insieme a quella di ieri (in Carcere, n.d.r.), una delle visite più belle e significative: l’incontro con la sofferenza, l’incontro con la croce di Cristo».
Nell’incontrare centinaia di persone (malati, familiari, personale sanitario, volontari ospedalieri) il cardinale ha avuto per tutti parole di conforto e di incoraggiamento ed ha raccontato aneddoti della sua vita di sacerdote, vescovo e del recente Concistoro che l’ha portato a far parte del Collegio Cardinalizio, contribuendo anche a regalare un sorriso in un luogo di profonda sofferenza quale è l’ospedale. «Al Day Hospital di Oncologia Medica stracolmo di pazienti con i loro familiari in attesa delle terapie – ha raccontato il giornalista Mario Mariano, addetto stampa della Direzione generale ospedaliera di Perugia, che ha seguito l’intera Visita pastorale –, il cardinale Bassetti ha sollecitato una preghiera, chiedendo il permesso di recitarla, dimostrando massimo rispetto della sensibilità di fede altrui e dei non credenti, dedicandola al Servo di Dio Vittorio Trancanelli, noto medico chirurgo perugino scomparso quindici anni fa, per il quale la Chiesa ha avviato il processo di beatificazione. Il cardinale si è raccomandato con i presenti: “pregate tanto anche Vittorio, lui è molto vicino al Signore”».
«Il cardinale – ha aggiunto l’addetto stampa Mario Mariano – si è fermato con chiunque ha incontrato lungo i percorsi di trasferimento da un reparto all’altro: non un saluto formale, ma un ascolto, una richiesta di informazione sulle patologie che vengono trattare, quasi come un cronista che intervistava chiunque li capitava a tiro. Ai medici più anziani ha chiesto della loro esperienza, mentre a quelli più giovani ha parlato della loro professione che va vissuta con spirito missionario».
Anche il momento del pranzo frugale consumato dal porporato nella mensa del “Santa Maria della Misericordia” con il direttore generale Orlandi, il direttore sanitario Pioppo e diversi collaboratori della direzione medica ed operatori sanitari, «è stata una proficua occasione di conoscenza sia di carattere socio-assistenziale che di amministrazione sanitaria – ha commentato sempre l’addetto stampa Mariano –. Anche in quel contesto il cardinale ha avuto per tutti una parola di incoraggiamento, augurale e qualche battuta per chi era in fila in attesa del pasto».
Infine, il porporato, ha riferito ancora l’addetto stampa Mariano, «ha avuto parole di apprezzamento per il direttore generale Orlandi e per tutta la struttura ospedaliera perugina, colte anche quando ha detto: “dei tanti ospedali che ho avuto modo di visitare il “Santa Maria della Misericordia” mi ha sempre riservato un’accoglienza speciale, che ho colto non solo nelle diverse visite ufficiali, ma anche quando sono venuto a livello privato, per far visita a sacerdoti ed amici degenti. Questa accoglienza è una qualità degli umbri che ho riscontrato anche in ospedale”».
«Giovedì prossimo (26 febbraio, n.d.r.) incontrerò Papa Francesco – ha detto il cardinale al termine della sua Visita pastorale in Ospedale – e gli dirò: “Santo Padre ho fatto come Lei mi aveva chiesto, ho portato ai carcerati e ai malati di Perugia la sua benedizione”». E’ stata una lunga ed impegnativa giornata di più di dieci ore di ascolto a reparti di degenza e di servizi assistenziali per il cardinale Bassetti, che, nel salutare il direttore generale Orlandi, gli ha chiesto di riferire al personale sanitario e ai pazienti delle strutture non visitate: «tornerò presto tra voi».