Sarà celebrato nella chiesa parrocchiale San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, domenica 21 agosto, alle ore 11.30, l’ottavo anniversario della nascita in Cielo del servo di Dio Giampiero Morettini, il giovane seminarista perugino spentosi dopo una grave malattia il 21 agosto 2014, per il quale è stato avviato il 22 maggio 2021 il processo diocesano della causa di canonizzazione. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi insieme al parroco e postulatore della causa don Francesco Buono. Sempre domenica 21, alle ore 17.30, presso il cimitero di Sant’Angelo di Celle (Deruta), dove riposa il servo di Dio, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da don Federico Casini e don Gino Ciacci, al cui termine i fedeli potranno raccogliersi in preghiera davanti alla tomba di Giampiero.
Lo ricordano con queste parole don Francesco Buono, suor Roberta Vinerba, don Marco Briziarelli, don Gino Ciacci, don Giordano Commodi e i genitori Mario e Caterina Morettini.
“Giampiero, con il suo sorriso, nell’ora più buia della sua vita, ci aiuta ad essere luce nelle tenebre di questo mondo”. Così don Buono nell’invitare “tutte le parrocchie, le famiglie, i giovani e i malati a rivolgersi a Giampiero come guida umile e sicura delle vie di Dio”.
“Giampiero – commenta suor Vinerba – ha vissuto pienamente ogni momento della sua vita senza cedere mai alla noia. L’amicizia con Gesù gli ha dato il sapore della quotidianità per cui non ha sprecato neppure un attimo dei suoi giorni”.
“Giampiero, nella relazione uno ad uno – sottolinea il suo compagno di Seminario don Briziarelli – ha saputo incontrare tante storie e creare relazioni autentiche, relazioni vere che la morte non ha spezzato, ma trasformato”.
“Giampiero è rimasto nei cuori degli amici e dei Santangelesi per il suo sorriso, per la sua bontà, e per la sua semplicità – racconta il suo parroco don Ciacci –, valori così necessari in questi momenti difficili della nostra vita”.
“Giampiero, fortificato dalla preghiera come ancora di unione con Maria Santissima e suo figlio Gesù – evidenzia don Commodi, altro compagno di Seminario –, ha saputo accogliere la croce come possibilità d’incontro con il Padre, testimonianza autentica per i vicini e per i più lontani che nell’epilogo doloroso e incontrollabile della sua degenza in terapia intensiva, hanno potuto scorgere e riconoscere la vittoria della vita sulla morte!”.
“Giampiero – raccontano i suoi genitori – in un sogno ci ha detto: io non morirò mai! Ed è proprio così, è sempre vivo e presente, ma soprattutto con la sua semplicità e concretezza è vivo in tutte quelle persone che si rivolgono a lui per intercedere per loro. Queste persone sono tante che quotidianamente si recano alla sua tomba”.