La presidente Donatella Tesei: «L’Umbria è una terra accogliente dove le istituzioni sanno mettersi insieme per il bene comune»
Benvenuto in terra umbra. Sono veramente emozionata e commossa di accoglierla a nome di tutta la Regione e di tutta la comunità regionale. L’Umbria è una terra accogliente dove le istituzioni sanno mettersi insieme per il bene comune. Credo che questo sia il percorso che noi auspichiamo, ma che sono certa avverrà. Potremmo portare avanti, in un periodo di grandi difficoltà e di sfide, questa possibilità di lavorare insieme per la nostra comunità ed è sicuramente molto importante. Io so già che questo sarà possibile, perché la sua opera, il suo lavoro, ciò che ha fatto in quella magnifica terra da cui proviene ce lo testimonia. Voglio ringraziare il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, insieme a tutta la sua comunità rappresentata dai sindaci qui presenti, ma anche da tanta gente che ha voluto seguirla con grande affetto. Voglio dire a tutti coloro che sono venuti oggi, che sapremmo ricambiare e che questo rapporto ci legherà ancora di più con quella magnifica terra. Sicuramente faremo un cammino insieme. Le auguriamo tutto il bene per il prestigioso incarico che andrà a ricoprire.
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Il sindaco Andrea Romizi: «Credenti e non credenti sono chiamati oggi ad individuare il terreno comune sul quale fondare la convivenza»
Eccellenza reverendissima, a nome dei cittadini tutti, sono lieto ed onorato di darle il benvenuto nella nostra Perugia.
Mi permetta di iniziare questo saluto ringraziando, in maniera sentita e affettuosa, e non rituale, Sua Eminenza il Cardinale Gualtiero Bassetti, nostro cittadino onorario che ha condotto il proprio servizio pastorale, anche in un momento particolarmente difficile, sempre camminando in mezzo al popolo dei fedeli, con la massima cura e comprensione per ogni singola persona.
Saluto inoltre con altrettanta cordialità ed amicizia Sua Eccellenza Mons. Marco Salvi, che ha svolto il ruolo di Amministratore Diocesano collaborando attivamente e proficuamente con l’Amministrazione Comunale.
Le porgo, Arcivescovo eletto, l’accoglienza della città nella consapevolezza che la voce del Vescovo è sempre stata e sempre sarà per i perugini un contributo essenziale per comprendere il senso del cammino dell’intera comunità cittadina.
Come Ella ha sottolineato nel primo messaggio di saluto diffuso appena nominato, la nostra, che da oggi è certamente anche la sua, è terra di santi e di bellezza. In questa piazza, in particolare, la bellezza abbonda, a partire dalla facciata del duomo, appena restaurata e dalla nostra splendida Fontana Maggiore, simbolo, in qualche modo, dell’incontro tra fede e laicità: nello splendore delle formelle realizzate da Nicola e Giovanni Pisano coesistono infatti il linguaggio della Bibbia e dei santi con quello del secolo, delle arti liberali e delle tradizioni popolari.
Ci ha scritto inoltre che viene per condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ciascuno.
La ringrazio fin da ora per lo spirito di condivisione e comprensione con cui arriva da noi. Il nostro territorio, e quello della Diocesi; sono territorialmente ampii, comprendono situazioni eterogenee e complesse e vivono un momento non facile, di crisi a vari livelli.
Ma più di ogni altro c’è un elemento che contraddistingue, impreziosisce e caratterizza Perugia: il suo popolo.
I perugini, lo dice la storia, hanno sempre avuto a cuore la libertà, la lealtà, la dignità, il rispetto, il lavoro e hanno sempre affrontato gli eventi con quell’attitudine che oggi siamo soliti chiamare “resilienza” e che in passato si definiva solidarietà, forza di volontà, orgoglio, capacità di non abbattersi mai.
Quella di Perugia è una comunità vitale e propositiva: in questi anni ho avuto modo di apprezzare un grande impegno nell’associazionismo, nel volontariato e nel sostegno del prossimo, ambiti in cui la Chiesa cattolica svolge un ruolo fondamentale, ponendosi come punto di riferimento per persone e famiglie.
D’altra parte siamo consci dei segni di erosione e sfilacciamento del tessuto sociale, della comunità, che più volte Ella, nel suo precedente incarico di direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della CEI, ha segnalato.
E come Lei abbiamo a cuore innanzitutto i giovani, che oggi ha voluto incontrare in una chiesa di recentissima costruzione. Ci è noto quanto sia stata apprezzata la sua attività di docenza presso l’Università Pontificia Salesiana, e, in particolare, l’accompagnamento degli studenti arricchito dalla grande esperienza maturata da professionista della comunicazione.
E sappiamo anche che ha voluto continuare a prestare servizio come Parroco prima presso un piccolo paese della Val Rendena poi a Rovereto.
Comune è la volontà di rivolgere attenzioni a tutti ed avere cura dei bisogni, non solo materiali. Condividiamo infatti l’idea, che ha espresso più volte Papa Francesco, che nessuno si salva da solo.
Vale per tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti.
In questi anni si è lavorato per far convivere le ragioni dello sviluppo economico e quelle dello stato sociale, ritenendo che esse, soprattutto nell’era dolorosa della pandemia e della crisi figlia della guerra, per alcuni versi non ancora pienamente manifestatasi in tutti i suoi aspetti, siano elementi complementari per lo sviluppo di una comunità effettivamente evoluta, capace cioè non solo di produrre, ma anche di distribuire ricchezza, pari opportunità e strumenti di elevazione morale e civile per i suoi cittadini.
I progetti che come città abbiamo messo in campo e che svilupperemo nei prossimi anni vogliono essere per le persone, per il loro benessere, perché crediamo che questo sia il ruolo della politica: creare benessere, creare opportunità, lavorare per il bene comune, per un bene che favorisca lo sviluppo delle condizioni della vita sociale in modo tale da permettere alle singole persone e alle diverse collettività di raggiungere la propria perfezione, così come inteso nella Dottrina sociale della chiesa, secondo un insegnamento preziosissimo che, grazie alla figura di Papa Leone XIII, si lega anche alla nostra Perugia.
Ecco perché il percorso con la Chiesa non può che essere distinto nei ruoli ma complementare nelle azioni.
E ancora una volta, credenti e non credenti, tradizione cristiana e pensiero laico sono chiamati oggi, nella fatica che richiedono sempre l’incontro ed il dialogo, a individuare il terreno comune sul quale fondare la convivenza.
La politica sappia sempre dialogare e interloquire fruttuosamente con il pensiero cattolico così prezioso in tutti gli ambiti della vita. Sappia farlo senza superficialità, cogliendo il valore della profondità con la quale il pensiero cristiano guarda al rapporto con la modernità e con le difficoltà che la modernità stessa ci porta.
Voglio consegnarle, infine, quale segno di benvenuto, un’agenda con l’effige del Grifo, simbolo della nostra città, conservato insieme al Leone nell’atrio di Palazzo dei Priori; ne siamo particolarmente orgogliosi, perché è un prodotto artigianale realizzato da un’azienda che ha come protagonisti della propria storia imprenditoriale persone con disabilità: Le doniamo dunque il nostro simbolo più prezioso realizzata da ragazzi straordinari.
Benvenuto ancora in questa nostra terra, Don Ivan, si senta accolto, i perugini le saranno e la vorranno vicino.
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L’arcivescovo eletto Ivan Maffeis: «Siamo tutti chiamati a coltivare e a dilatare gli spazi dell’ascolto, dell’accoglienza, della formazione, della prossimità e della cura»
Signor Sindaco, Presidente della Regione, Presidente della Provincia, e voi tutti, Primi Cittadini, Autorità civili e militari, Magnifici Rettori
Grazie. Grazie per la generosità delle vostre parole. Grazie per avermi voluto accogliere sulla gradinata del Palazzo dei Priori, segno eloquente che, nella doverosa distinzione di ruoli e di compiti, apre all’amicizia, il bene più prezioso per una città.
I luoghi che abbiamo appena attraversato mi dicono che Perugia e le altre realtà che la circondano non sono semplicemente un insieme di palazzi, un dedalo di strade, un patrimonio di storia, sedi preziose di università, di arti e di imprese. Sono prima di tutto lo spazio di donne e uomini che, legati dalla nascita, da alti ideali, dal piacere e dalla fatica di vivere, convergono tutti nella medesima piazza.
La città ha molte dimensioni: tante quanti sono i bisogni – vecchi e nuovi – di ciascuno. Accanto ai luoghi abitati dalla famiglia e dagli affetti, dal lavoro e dagli interessi, siamo chiamati a coltivare e a dilatare gli spazi dell’ascolto, dell’accoglienza, della formazione, della prossimità e della cura. Sono spazi di umanità che interpellano il contributo di risposta di tutti; spazi che, in particolare, invocano le virtù del buon governo, della giustizia prudente, della comunicazione veritiera e soprattutto della carità operosa.
Voi lo sapete bene: la città prospera quando alle persone – ai giovani, soprattutto – sono garantite condizioni e strutture adeguate alla loro crescita e alla loro libertà. Prospera grazie a rapporti significativi e alla pace che si instaura tra i suoi cittadini. Allora la città fiorisce e tutto ciò che proviene da culture, etnie e religioni diverse la modella, senza comprometterne il profilo.
Cari Amministratori, cari Politici, e voi tutti, Servitori del bene comune: la dottrina cristiana riconosce la vostra responsabilità come “la forma più alta della carità”: in quanto tale, merita rispetto e stima, sostegno e solidarietà. E se da noi venisse anche il pungolo della critica, sappiate che nessun richiamo vorrà essere più forte dell’incoraggiamento per la vostra missione.
Come voce di una Chiesa esperta in umanità continueremo a offrire – pur con i nostri limiti – quanto abbiamo di più caro: la Parola del Vangelo e la vita buona che nasce dall’incontro con il Signore Gesù.
In questa luce, vi assicuro la disponibilità della Chiesa perugino-pievese a collaborare nel prenderci a cuore le attese e i problemi della gente, perché la nostra rimanga e sia sempre più una terra a misura della persona umana, dei suoi beni e dei suoi fini.
Con il desiderio di incontrarvi e conoscervi personalmente, vi ringrazio ancora per la cordialità della vostra presenza.