Si è tenuto questo fine settimana il primo ritiro mensile d’inizio Anno pastorale (2021-2022) del Clero diocesano di Perugia-Città della Pieve dopo la pausa estiva. A relazionare a sacerdoti, diaconi e seminaristi è stato lo stesso cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, mentre le “comunicazioni-annunci” di attività e iniziative sono state affidate al suo vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e ai direttori dei vari Uffici e Servizi diocesani.
La strada di una Chiesa presente. Nello spirito dell’imminente Sinodo dei vescovi (2021-2023) indetto dal Papa, che a livello diocesano si aprirà a metà del prossimo mese di ottobre, il cardinale Bassetti ha tracciato la “strada” che la sua comunità diocesana dovrà percorrere per un maggiore coinvolgimento e contributo alla vita dell’intera Chiesa rigenerandosi dall’interno anche per proseguire al meglio l’incontro e il dialogo con i “lontani” nel solco degli insegnamenti evangelici. Soprattutto essere sempre più Chiesa in uscita, di strada, presente, svolgendo anche un ruolo sociale nel continuare a farsi di prossimità non solo territorialmente, ma nel partecipare ad affrontare e risolvere le necessità del momento come la crisi delle famiglie, del lavoro, l’educazione e la formazione dei giovani, l’accoglienza-integrazione di quanti fuggono dai loro Paesi perché perseguitati e non ultima la crisi provocata dalla pandemia, nel mettere in pratica la Dottrina sociale cristiana.
Una Chiesa missionaria. Il Sinodo, che per la Chiesa italiana si concluderà nel 2025, è l’occasione soprattutto di incontro-riflessione all’interno della Chiesa chiamata a dare risposte efficaci alla secolarizzazione sempre più diffusa, alle messe sempre meno partecipate, agli scandali, alle vocazioni in forte flessione… E la Chiesa dal basso, in mezzo alla gente, come quella perugino-pievese viva e propositiva, può e deve fare ancora molto per la “nuova evangelizzazione” e la propagazione della fede nel ritornare al suo primordiale ruolo di Chiesa missionaria.
Presenza di Chiesa nella storia. Il cardinale Bassetti, soffermandosi sul Sinodo della Chiesa italiana anche in qualità di presidente della Cei, ha ribadito che si tratta di “quel processo necessario che permetterà alle nostre Chiese che sono in Italia di fare proprio, sempre meglio, uno stile di presenza nella storia che sia credibile e affidabile, perché attento ai complessi cambiamenti in atto e desideroso di dire la verità del Vangelo nelle mutate condizioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo”. Il presule ha esortato il Clero diocesano a farsi carico di un maggiore coinvolgimento e partecipazione della Chiesa perugino-pievese, attraverso l’imminente Sinodo, alla costruzione dal basso di questo “stile di presenza nella storia”.
L’annuncio del pellegrinaggio. Bassetti, al termine dell’incontro, ha annunciato una iniziativa, che spera si possa tenere, con l’aiuto di Dio, a conclusione del suo episcopato perugino-pievese iniziato dodici anni fa, il 4 ottobre 2009. Si tratta del pellegrinaggio diocesano in Terra Santa nella prossima primavera (pandemia permettendo), per ringraziare e lodare il Signore insieme al suo gregge. “Vorrei avere al mio fianco, nel visitare la terra in cui ha trovato origine la nostra fede – ha auspicato il cardinale – almeno un fedele per ciascuna delle nostre parrocchie. Insieme porteremo in pellegrinaggio le icone mariane che mi hanno segnato e guidato nel cammino del mio servizio di pastore delle diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e di Perugia-Città della Pieve: la Madonna del Conforto e la Madonna della Grazia, facendole sostare nella basilica della natività di Maria a Nazareth”.
Una piazza per mons. Coletti. Il cardinale si è poi commosso nell’apprendere la notizia dell’intitolazione di una piazza da parte del Comune di Perugia a mons. Gustavo Coletti, storico parroco di Ponte Pattoli, il primo sacerdote diocesano deceduto per il Covid-19 lo scorso autunno. Era il prete che in terapia intensiva implorò la Beata Vergine Maria affinché il Signore prendesse la sua anima al posto di quella del suo pastore (anche Bassetti era in terapia intensiva), perché potesse continuare a fare tanto del bene alla sua Chiesa. Compiacimento per la scelta dell’Amministrazione comunale di intitolare una piazza della frazione di Perugia dove per oltre mezzo secolo mons. Coletti esercitò il suo ministero sacerdotale, è stato espresso da tutto il Clero diocesano con un caloroso prolungato applauso.