A Città della Pieve, la solennità del Corpus Domini di domenica 6 giugno, si è svolta in un clima di festa, di speranza, di ritorno quasi alla normalità dopo i difficili mesi della pandemia, con lo svolgimento della processione del Santissimo Sacramento “seppur in forma ridotta e molto semplice”, come ha precisato l’arciprete e parroco della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio, don Simone Sorbaioli, nel suo intervento introduttivo e di saluto al cardinale Gualtiero Bassetti che ha presieduto la celebrazione eucaristica vespertina.
I tradizionali “Tronchi” pievesi. A testimoniare questo ritorno alla vita “normale” sono stati anche i tradizionali “Tronchi” – delle grandi croci – delle confraternite pievesi portati in processione per la prima volta dall’inizio della pandemia. “Il mistero di Gesù Eucaristia, che attraversa le vie della nostra città – ha sottolineato l’arciprete –, ci ricorda quel più grande e più alto insegnamento per noi del Dio con noi che non ci abbandona mai. Il segno visibile di questo mistero è il nostro ritrovarci insieme al nostro vescovo, il cardinale Bassetti, che esprime la pienezza della Chiesa”.
I ragazzi della Prima Comunione. Un affettuoso saluto il cardinale Bassetti lo ha riservato, all’inizio della celebrazione, ai ragazzi della Prima Comunione seduti davanti all’altare, rivolgendo loro queste parole: “Io so, cari ragazzi, nella mia vita quanto è stato significativo e importante il primo incontro con Gesù. Avevo 8 anni, ero molto piccolo, e questo incontro ha segnato la mia vita e sono certo che la presenza di Gesù segnerà anche la vostra e quella delle vostre famiglie”.
L’Eucaristia al vertice dell’universo. Nell’omelia il cardinale ha richiamato i cristiani a “non essere spettatori dell’Eucaristia”, perché, ha evidenziato, “i fedeli sono troppo abituati ad assistere alla Messa, ma bisogna fare il passo avanti nel partecipare, perché tutti hanno il loro compito, non di essere spettatori come se fossimo a teatro. Gesù si è offerto al Padre come vittima, sulla croce, per la nostra riconciliazione; ha versato il suo sangue perché fossimo purificati da tutti i nostri peccati. Per questo, nell’ultima cena, istituì l’Eucaristia, fonte e culmine di tutto il bene, di tutta la vita cristiana e di tutta la vita del mondo. L’Eucaristia sta al vertice non solo della vita del cristiano, ma dell’universo intero, perché il sacrificio eucaristico comprende tutto”.
La processione non è folclore. Al termine della processione il cardinale Bassetti ha ringraziato i pievesi per avergli “dato l’opportunità di fare quello che non ho potuto fare stamani a Perugia – ha detto –, perché in città sarebbe stato più complesso organizzare la processione del Corpus Domini nel rispetto delle vigenti norme sanitarie. Questa processione, da sempre molto partecipata e sentita, non è un fatto folcloristico, è Gesù che attraversa le nostre vie e benedice le nostre case, il nostro lavoro, i nostri ammalati, i nostri bambini. E noi abbiamo bisogno del pane dell’Eucaristia che ci sostiene nel non facile cammino della vita. L’Eucaristia sia soprattutto cibo spirituale che appaga la vostra fame, il vostro desiderio di Dio e anche il desiderio di risolvere tutti quei problemi che sono legati alla vostra vita personale e all’umanità”.