In un periodo di gravi difficoltà dovute alla pandemia, che mette a dura prova giovani e adulti, l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, attraverso le sue realtà impegnate nel promuovere progetti di interazione tra scuola, famiglia, territorio – in primis con “Duc in Altum Abbazia Giovane Montemorcino” -, organizza una due-giorni online – dal 19 al 20 marzo – di studio, dialogo, condivisione e confronto dal titolo: “Testimoni del futuro. Quando la comunità educante si fa orientamento” (diretta youtube sul canale DUC IN ALTUM e per partecipare occorre iscriversi a: https://www.abbaziagiovane.it/progetto-duc-in-altum/testimoni-del-futuro/ ).
Duc in Altum. Si tratta di una due-giorni sui temi cari al progetto “Duc in Altum”, un “villaggio educante per vivere la scuola da fuoriclasse” vincitore del Bando Idee Welfare 2018 della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Un progetto risultato vincente perché ha creato una “rete” tra mondo scolastico, territorio e famiglie. «E’ stato sperimentato in due anni di attività – spiegano gli organizzatori di “Testimoni del futuro” –, incontrando oltre 350 ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, come sia stato proficuo vivere con loro 1.700 ore di formazione, testimonianze, racconti, esperienze, giornate trascorse insieme ed ore e ore online, conoscendo e collaborando con genitori, insegnanti e dirigenti dell’Istituto Comprensivo Perugia 1, dell’Istituto Comprensivo Bonfigli di Corciano e l’Istituto Comprensivo Torgiano-Bettona.
Le Istituzioni coinvolte. Oltre all’Archidiocesi, partner di progetto, la due-giorni coinvolge gli istituti scolastici summenzionati, il Comune di Perugia, l’Anci Umbria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, l’Anspi Umbria e alcune associazioni impegnate in progetti educativi.
Relatori della due-giorni. I lavori saranno aperti, il primo giorno, dal vescovo ausiliare Marco Salvi e, il secondo giorno, dal cardinale Gualtiero Bassetti. Attesi, nella prima giornata, gli interventi di Marco De Carolis, giudice onorario Tribunale per i Minorenni delle Marche e docente di storia e filosofia, dell’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, primo ideatore del progetto “Duc in Altum” quando era vescovo ausiliare di Perugia, di Giuseppe Rolli, del Progetto orientamento giovani di Roma, e di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Nella seconda giornata interverranno Edi Cicchi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Perugia e presidente della Commissione Welfare Anci Umbria, Daniela Monni, presidente della Commissione Welfare della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Sara Bodio, di Life & Teen Coach, Filippo Mazzi, psicologo e psicoterapeuta di “Co.Me.Te Perugia”, e Diego Buratta, educatore professionale di “Pepita soc. Coop Soc”. Questi ultimi tre porteranno la loro esperienza nel progetto “Duc in Altum”, mentre il tavolo di discussione con cui si concluderà la due-giorni, annunciano gli organizzatori, «vedrà partecipi i suoi protagonisti insieme ad insegnanti e genitori per confrontarsi sul futuro della nostra comunità educante».
Attenzione totale al primo lockdown. Il secondo giorno «sarà anche l’occasione per raccontare dal vivo e per immagini un cammino progettuale vissuto insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio che, non solo ha sostenuto economicamente l’iniziativa, ma ci ha accompagnato in un itinerario di consulenza, monitoraggio, formazione, con un’attenzione totale al primo lockdown quando è stato necessario ripensare metodi per non rinunciare a essere comunità, perché la distanza fisica non diventasse anche vuoto relazionale».
Finalità e obiettivi. In linea con la sollecitazione del neo ministro dell’Istruzione Bianchi, che alla rivista Education 2.0 ha dichiarato tra le priorità della scuola quella di riaprire il dialogo con il territorio grazie a Patti educativi di comunità, il progetto ha voluto sperimentare forme di educazione informale per rafforzare l’alleanza scuola-famiglia con percorsi di orientamento allo studio e al lavoro incentrati sul valore della persona e dei suoi talenti. «Facendo nostre le linee guida nazionali sull’orientamento permanente (nota MIUR 4232 19/2/2014) – precisano gli organizzatori –, la proposta sperimenta modi di ripensare il metodo dell’orientamento secondo il principio di una comunità orientativa educante, in cui la responsabilità educativa sia condivisa da famiglia, scuola e territorio insieme. Scopo principale di questa due-giorni è quello di concentrare l’attenzione su parole-chiave quali comunità educante, welfare generativo, sfide educative a servizio e a misura di ragazzi, giovani, famiglie e scuola».
Educare in comune. Altro significativo cammino progettuale è quello, concludono gli organizzatori, «di cercare il più possibile di far rete con il territorio e le sue Istituzioni. Il Comune di Perugia ci ha accompagnato nel percorso condividendo e divulgando ogni iniziativa attraverso l’operato dell’“Informagiovani”. Nel percorso partecipativo di candidatura di idee e proposte per il bando “Educare in comune” del Dipartimento per le politiche della famiglia, il Comune di Perugia, tra le altre, ha selezionato la nostra proposta e questo è per noi motivo di grande orgoglio, oltre che ad essere opportunità di futura sostenibilità».