“Dopo quindici secoli Ercolano è ancora attuale”. Lo ha detto don Francesco Benussi, rettore della splendida e originale chiesa trecentesca a forma ottagonale di Perugia intitolata al Santo patrono della città e dell’Università, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, ucciso durante l’assedio ad opera dei Goti di Totila nell’anno 547, a margine della celebrazione eucaristica in onore del Santo, tenutasi domenica 8 novembre. “E’ attuale – ha evidenziato don Benussi – perché ci trasmette una forza d’animo e una coesione sociale, oltre che l’esempio della carità cristiana, necessarie per l’umanità intera in ogni sua epoca, come durante una guerra, una calamità naturale, una pandemia, come l’odierna del Covid-19. L’altro aspetto che ancora oggi ci trasmette la figura di Ercolano è legato a una dimensione più squisitamente di fede, di preghiera, devozionale: come nei primi secoli del Cristianesimo ci si recava presso le tombe dei martiri e si portavano in processione le loro reliquie per chiedere le grazie e per superare i momenti di difficoltà, così oggi anche noi abbiamo voluto onorare Ercolano e chiedere al Signore, attraverso l’intercessione del nostro Santo patrono, la salvezza fisica e umana della città”.
“La società odierna ci induce sempre più a prendere come esempio, a imitare sant’Ercolano, un pastore che ha dato la vita per il suo gregge – ha commentato nell’omelia don Benussi – sia per un padre di famiglia che ama le persone a lui affidate sia per quanti svolgono compiti nella comunità civile e lo fanno con dignità, decoro e amore per il loro lavoro”.
Alla celebrazione, animata dal gruppo vocale “I Madrigalisti di Perugia”, ha partecipato il sindaco Andrea Romizi, che al termine, come è tradizione, ha acceso il cero votivo al Patrono sostando davanti al reliquiario di Sant’Ercolano.
Durante la celebrazione si è pregato per i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose perugine, in particolare per il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti (ricoverato dallo scorso 3 novembre in Terapia intensiva presso l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” a seguito del contagio da Covid-19), per tutti i malati, per gli operatori sanitari che si prendono cura di loro e per coloro che sperimentano la solitudine, la precarietà materiale e ogni sorta di sofferenza. Sempre nelle intenzioni di preghiera, sono stati ricordati tutti i membri della benemerita opera laica di carità del “Sodalizio di San Martino”, proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano e per i defunti di tutte le guerre ricordati dal sacrario militare eretto all’interno del luogo di culto.
A margine della celebrazione, tenutasi nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19, il sindaco Romizi e il rettore don Benussi hanno sottolineato l’importanza della celebrazione odierna, nello spirito di rinsaldare il legame della Perugia civile e religiosa in un’epoca di grande prova per l’intero tessuto sociale cittadino.
“Viviamo uno di quei tempi che la storia andrà ad annoverare tra quelli bui, per le sofferenze, i disagi e le difficoltà che intere comunità affrontano in tutto il pianeta. In questa oscurità dobbiamo sentire forte la responsabilità di divenire luce ognuno di noi con i nostri comportamenti, con la nostra coscienza, con la nostra responsabilità avendo contezza che siamo realmente determinanti affinché si possa uscire il primo possibile da questa pandemia. Questi tempi vanno affrontati anche con il cuore, avendo la capacità di dimostrare la vicinanza concreta alle molteplici povertà ancora più emergenti e non solo materiali. In questa nostra vicenda umana avere figure di riferimento come quella di sant’Ercolano è fondamentale, perché lui, nella sua epoca, davanti ad altri cataclismi, è riuscito a donare tutto se stesso. Ci dà questo esempio nell’affrontare i momenti complessi con generosità e capacità di dimostrare agli altri solidarietà e vicinanza”.
“Oggi è una giornata importante – ha concluso il primo cittadino –, perché ricordiamo il nostro Santo vescovo, defensor civitatis, sentendo ancora più forte l’assenza del nostro cardinale Gualtiero Bassetti, perché anche lui sta affrontando questa grandissima prova di vita. Oggi tutta la nostra comunità ha sentito la sua mancanza e lo aspettiamo, augurando a lui e a tutti i nostri cari che stanno vivendo queste difficili prove, di poter tornare il prima possibile tra di noi”.