«Solo camminando sulla stessa strada, solo attraverso la profonda sintonia, solo con scelte e proposte condivise nel clero, e tra clero e laici, possiamo rendere incisivo l’annuncio evangelico». Lo evidenzia il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’intervista rilasciata al settimanale cattolico umbro La Voce (in edicola questo fine settimana e consultabile su: www.lavoce.it). A porre alcune domande al cardinale sull’avvio del nuovo Anno pastorale 2020-2021, nel tempo del Covid-19, è il sacerdote Francesco Verzini, neo giornalista pubblicista, a margine del recente incontro mensile di formazione rivolto ai giovani presbiteri dell’Archidiocesi perugino-pievese.
Superare il clericalismo. «La Chiesa non può essere un corpo senza armonia – sottolinea il cardinale –, altrimenti quale testimonianza darebbe di sé stessa? La sinodalità, però, è preceduta necessariamente dal superamento del clericalismo, da parte anzitutto dei presbiteri e dei diaconi». Il presidente della Cei è convinto anche della necessità «del passaggio da una pastorale concentrata nelle mani del clero a una pastorale condivisa con il laicato, dal ‘progetto’ fino alla ‘verifica’. Il clericalismo va anche superato tra i laici collaboratori: l’ambito pastorale nel quale si opera non può essere una ‘proprietà privata’ nella quale si fa e disfa a piacimento, ma il luogo dove si è al servizio degli altri, e non al di sopra degli altri; come il luogo nel quale promuovere i carismi di ciascuno».
Famiglia e giovani. Le priorità per il cardinale da porre al centro del nuovo Anno pastorale sono: famiglia e giovani. «Sono questi i due ambiti nei quali si fa pressante la richiesta di un nuovo stile di evangelizzazione – sottolinea Bassetti –, che sappia restituire alle famiglie cristiane la consapevolezza di essere ‘Chiesa domestica’, e che il primario compito di trasmissione della fede spetta a loro. Ricordo le parole di san Giovanni Paolo II: ‘Famiglia, diventa ciò che sei». Riguardo ai giovani, aggiunge il presule, «va rinnovato il nostro impegno verso le giovani generazioni, affinché attraverso gli oratori, così come attraverso i percorsi post-cresima, o le varie attività pastorali e di evangelizzazione a loro dedicate, possano rinsaldare quel legame con la Chiesa che spesso inizia a deteriorarsi proprio con la conclusione dell’iniziazione cristiana».
Creatività dello Spirito. Soffermandosi sulle parrocchie, in questo tempo di ripartenza, il cardinale Bassetti ricorda che «più volte durante il lockdown, così come alla ripresa delle celebrazioni con partecipazione di popolo, ho richiamato alla responsabilità di ciascuno. La tutela della salute pubblica è un dovere anche del cristiano. Non si può pensare di riprendere le attività pastorali, noncuranti delle indicazioni da parte degli organi di governo affinché venga contenuto il contagio da Covid-19. Allo stesso tempo, però, la nostra preoccupazione non dovrà essere solo quella della sicurezza, ma anche di dare inizio a un nuovo anno pastorale con quella creatività che viene dallo Spirito, affinché la testimonianza evangelica sia incisiva e fruttuosa».