Si sta svolgendo in questi giorni (24-30 agosto) a Moena – la nota “perla delle Dolomiti” – la consueta Settimana estiva della Pastorale per le vocazioni dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che da anni vede la partecipazione di diversi giovani entusiasti di quest’esperienza (per alcuni non è la prima), accompagnati dai responsabili diocesani, i sacerdoti don Alessandro Scarda e don Marco Briziarelli. Esperienza che viene vissuta anche da Samy Abu Eideh, uno dei sei seminaristi perugini che il cardinale Gualtiero Bassetti ordinerà diaconi transeunti il prossimo 12 settembre, festa della Madonna delle Grazie, nella cattedrale di San Lorenzo, in vista della loro ordinazione sacerdotale di giugno 2021.
Con gli amici di Città di Castello. Quest’anno si sono uniti ai perugini gli amici della Pastorale per le vocazioni della Diocesi di Città di Castello, il cui responsabile è don Nicola Testamigna, a testimonianza della comunione tra Chiese sorelle e della proficua collaborazione tra Uffici pastorali di diocesi diverse. «Un’occasione – commentano i partecipanti – per crescere insieme nella fede anche attraverso differenti esperienze che arricchiscono molto».
Catechesi e escursioni. «Ragazzi e ragazze tra i 19 e i 35 anni, provenienti da parrocchie ed esperienze ecclesiali variegate – spiegano don Alessandro Scarda e don Marco Briziarelli –, si sono dati appuntamento per un corso di esercizi spirituali, tra momenti di catechesi e riflessione, preghiera personale e comunitaria, insieme alle immancabili escursioni nelle splendide montagne del Trentino».
Valore dell’ascolto. «Quest’anno il tema delle catechesi – evidenziano i due sacerdoti – si incentra sulla parabola del seminatore; specialmente per i giovani d’oggi. Infatti, è vitale educare al valore dell’ascolto: è questa la via maestra per affinare l’arte del discernimento, affinché si raggiunga una piena maturità ed un consapevole orientamento nelle scelte concrete della vita».
Portare frutto. L’auspicio è che ogni persona, fecondata dal seme della Parola di Dio – concludono don Alessandro e don Marco –, diventi un terreno buono ed accogliente, capace di portare frutto verso tutti».