Il cardinale Bassetti, dinanzi all’acuirsi del conflitto in Siria con un nuovo esodo di profughi, rilancia l’appello della Caritas diocesana a sostenere progetti umanitari per famiglie siriane

Anche nel tempo del “corona virus” non si può essere insensibili ai forti venti di guerra che soffiano in Siria provocando un nuovo esodo di profughi. Negli ultimi tre mesi 900mila siriani hanno lasciato le proprie case in cerca di rifugio, sommandosi ai 6milioni di connazionali riparati, dall’inizio della guerra, in Libano e in altri Stati confinanti. A sottolinearlo è la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve attenta a quanto sta accadendo in Siria, ricordando il recente appello del Papa rivolto «agli attori coinvolti e alla comunità internazionale, perché taccia il frastuono delle armi e si ascolti il pianto dei piccoli e degli indifesi».

Autolesionismo. Ai più piccoli e ai più indifesi rivolge il suo pensiero il cardinale Gualtiero Bassetti: «Nei campi profughi sull’isola di Lesbo molti dei minori non accompagnati sono tentati da atti di autolesionismo, piuttosto che subire soprusi. Occorre porre fine a tanta violenza provocata da guerre infinite. E’ un insulto al cospetto di Dio, che ci dona la vita e ci insegna, attraverso la sua Parola, a vivere in pace e in un mondo giusto. All’umanità intera è affidata la sua stessa salvaguardia, in particolare dei più piccoli e dei più indifesi». E’ una preoccupante situazione umanitaria acuitasi con la decisione della Turchia di aprire ai profughi le frontiere con la Grecia dove oltre 44mila persone tentano di raggiungere l’Europa, di cui 5.500 sono minori non accompagnati, provenienti in maggioranza dalla Siria e dall’Iraq.

Corridoi umanitari. «Siamo dinanzi ad un nuovo grave esodo – commenta il cardinale Bassetti – e le famiglie profughe di religione cristiana sono migliaia, le più perseguitate, i nuovi martiri del nostro tempo. A queste famiglie e alla loro accoglienza-integrazione la nostra Caritas diocesana dedica la “Quaresima di Carità 2020” nel sostenere i progetti dei “corridoi umanitari” voluti anche dalla Cei, attraverso la Caritas italiana, in stretta collaborazione con il Governo». Al recente incontro di Bari “Mediterraneo, frontiera di pace” è stato auspicato che altri Paesi europei possano impegnarsi in simili progetti, coinvolgendo le comunità locali, ad iniziare da quelle religiose, e le tante famiglie di buona volontà.

Accoglienza famiglie. La Caritas diocesana si è impegnata in Quaresima a far conoscere il progetto dei “corridoi umanitari”, invitando le famiglie che hanno immobili non utilizzati a metterli a disposizione (chi vuole aderire all’invito, contatti telefonicamente la Caritas allo 075.5733666). «Consapevoli delle difficoltà di accoglienza a causa della grave epidemia – sottolineano in Caritas –, non possiamo dimenticarci delle famiglie profughe, come ci ricorda anche papa Francesco, proseguendo l’opera di sensibilizzazione».

Famiglia integrata. Il progetto dei “corridoi umanitari”, a Perugia, aiuta già alcune famiglie siriane cristiane. La prima, giunta tre anni fa, vive in un appartamento messo a disposizione da un’anziana perugina in comodato d’uso gratuito. La famiglia è ben integrata con il marito che lavora in una cooperativa del settore alimentare e la moglie impegnata in un master in comunicazione internazionale presso l’Università per Stranieri.

Rinvio raccolta offerte. La raccolta di offerte per sostenere questo progetto, in programma nelle parrocchie il 15 marzo, Terza Domenica di Quaresima, è rinviata a data da destinarsi a causa dell’emergenza sanitaria. Chi vuole contribuire può farlo attraverso bonifico bancario (IBAN: IT74 E034 4003 0000 0000 0071 452), oppure attraverso bollettino postale (c.c. postale n. 14950067), intestati a Diocesi di Perugia-Città della Pieve – Caritas diocesana, specificando nella causale: “offerta progetto corridoi umanitari”.