«Se chiedessi quante chiese ci siano nella nostra Unità pastorale probabilmente mi verrebbe risposto quattro, considerando le due di San Sisto e quelle di Lacugnano e di Sant’Andrea delle Fratte. Sbagliato! Sono ben “sei” e stranamente ci scordiamo sempre le “due” che frequentiamo di più: la fabbrica e l’ospedale». A sottolinearlo il 17 ottobre agli operatori dei media è stato don Claudio Regni, parroco moderatore dell’Unità pastorale di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte-Lacugnano di Perugia, nel corso della conferenza stampa di presentazione degli eventi e degli interventi celebrativi del 50° anniversario dell’istituzione della Parrocchia di San Sisto (1969-2019). L’incontro con la stampa, organizzato con la collaborazione di don Marco Briziarelli, vicario parrocchiale, da pochi giorni rientrato dalla “Missione giovani in Malawi” in qualità di presidente dell’Associazione “Amici del Malawi”, di don Stefano Bazzucchi, vice parroco, di Daniele Rossi e Sara Marinelli, collaboratori pastorali, si è tenuto nel suggestivo antico complesso della chiesa dell’Annunciazione (risalente ai secoli XIV-XVII), luogo-simbolo per eccellenza della nostra comunità parrocchiale – lo ha definito il parroco –, dove secoli fa nacque e si sviluppò la prima comunità cristiana che rappresenta le nostre radici e senza le quali non c’è futuro. Mentre l’attuale moderno complesso interparrocchiale della Santa Famiglia di Nazareth, dove si terranno diverse iniziative del nostro anno giubilare, è il punto di arrivo e di prosecuzione della storia di questi primi 50 anni di vita ecclesiale e sociale locale».
Ieri contadini, oggi operai e operatori sanitari.
«Erano le nove e un quarto della sera del 17 ottobre del 1969 – ha ricordato don Claudio Regni – quando facemmo ingresso, per la prima volta, in questa chiesetta. Attorno, cinquanta anni fa, era aperta campagna e gli abitanti lavoravano soprattutto nei campi. Oggi siamo al centro di un agglomerato urbano, il più grande della periferia di Perugia, dove la gente lavorano in gran parte in fabbrica o all’ospedale. Insieme a me, quella sera del ’69, c’erano i miei confratelli coetanei don Alviero Buco, attualmente missionario in Scandinavia, e don Sandro Passerini, parroco di Solomeo».
Un giubileo festa di popolo.
Tornando alle “due chiese speciali” di San Sisto, don Regni ha spiegato che «la fabbrica è un tipo di chiesa perché raccoglie un popolo che compie ogni giorno atti sacri: timbrare il cartellino, impegnarsi, fare delle scelte, assumersi delle responsabilità. Tutte azioni che, se svolte per amore, sono gradini verso la santità. Inoltre, ogni operaio lancia un grido, a volte ben udibile, altre nel silenzio, ma ognuno ha una storia sulle spalle e cerca una relazione che si esprime anche nel creare per vendere». Anche «l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” è un’altra tipologia di “chiesa” in cui dei “sacerdoti”, i medici, combattono contro la morte, malati e parenti affrontano il dolore mentre una domanda li tiene uniti come un filo invisibile: che senso ha tutto questo? E’ la stessa ricerca di senso che avviene davanti all’altare. Proprio perché ognuno di noi è entrato in almeno una di queste “chiese”, il Giubileo sarà una festa di popolo. Come nella più grande delle feste, l’invito è esteso a tutti. Saranno 365 giorni, dal 20 ottobre 2019 al 20 ottobre 2020, pieni di occasioni che coinvolgeranno ogni fascia d’età, da sfruttare per creare comunione e per ricordare e celebrare ciò che il Signore ha operato in questo mezzo secolo di vita umana e cristiana. Festeggiare il cinquantennio però sarà uno strumento per il vero desiderio della Parrocchia: guadagnare un’altra anima a Cristo».
Il “Giardino della Misericordia”.
Evento di apertura di quest’anno giubilare sarà l’inaugurazione del “Giardino della Misericordia”, in programma domenica 20 ottobre (dalle ore 17), alla presenza del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e con i giovani che porteranno in processione una croce da piazza Martinelli alla chiesa della Santa Famiglia di Nazareth. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvi e una breve catechesi sul Crocifisso di San Damiano.
Un po’ di storia religiosa e industriale.
Le tappe salienti della storia di questa comunità parrocchiale, che oggi conta 20mila abitanti dei quali più del 15% sono immigrati regolari, sono state evidenziate alla stampa. Era l’ottobre del 1969 quando l’arcivescovo Ferdinando Lambruschini incaricò il giovane sacerdote don Claudio Regni (era stato ordinato presbitero poco meno di due mesi prima, all’età di 25 anni) di guidare la neo Parrocchia di San Sisto, un quartiere periferico che in quegli anni si andava sviluppando attorno alla principale zona industriale, il cui fulcro era lo Stabilimento Perugina che proprio nel 1969 vedeva la nascita dell’importante gruppo industriale alimentare italiano denominato “IBP” (Industrie Buitoni Perugina).
Mezzo secolo di pastorale con la centro lavoro, salute e solidarietà.
Il primo mezzo secolo di storia della Parrocchia di San Sisto è legato un po’ a tutte le realtà produttive di questa zona industriale e alle numerose famiglie che vi hanno trovato lavoro, ma non solo. «Per questo vale la pena celebrare questo traguardo – ha concluso don Regni –, riportando alla memoria la strada percorsa dalla nostra comunità nei sui primi 50 anni di attività, perché siamo una Chiesache si è fatta pastoralmente interprete delle istanze evangeliche e missionarie, ma anche sociali di un territorio in costante crescita demografica, con i suoi naturali problemi di convivenza e integrazione, oltre ad essere espressione-testimonianza cristiana in importanti ambiti di vita quali il lavoro, la salute e non ultimo la solidarietà nel creare recentemente gli Empori Caritas per alimenti e vestiti e l’Oratorio “Sentinelle del mattino”, importante luogo di aggregazione e di crescita per tanti giovani».