«La devozione verso Maria è sempre stata, soprattutto nel passato, una caratteristica del nostro popolo». A ricordarlo, nel compiere un breve ma significativo excursus storico-religioso della città di Perugia, è stato il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della festa della Madonna delle Grazie, nella cattedrale di San Lorenzo, che segna l’inizio del nuovo Anno pastorale in diocesi. Celebrazione, che si è conclusa, come è consuetudine, con la preghiera e l’atto di affidamento della città alla protezione della Beata Vergine Maria dinanzi alla venerata immagine della Madonna delle Grazie dipinta da un allievo del Perugino su una colonne della cattedrale dove in basso, per l’occasione, è stata collocata la reliquia del Sant’Anello, che la pietà popolare attribuisce all’anello con cui Maria fu sposata a san Giuseppe; reliquia custodita in cattedrale dal 1488 dalla Confraternita del Ss. Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello ricostituita nel 2016.
Città della Vergine del S. Rosario.
«Già nel 1716 Perugia – ha proseguito il cardinale – venne definita “Città della Vergine del S. Rosario” e prima ancora, con la predicazione di san Bernardino da Siena, si sviluppò la devozione alla Madonna della Grazia o della Misericordia. In tale contesto abbiamo la raffigurazione della Vergine su una colonna mediana della nostra cattedrale, ma fu soprattutto il vescovo Gioacchino Pecci, poi Leone XIII, che ne incentivò la devozione consacrando, su suggerimento dello stesso Pontefice, il beato Pio IX, la Diocesi di Perugia all’Immacolata. Maria continua oggi nella Chiesa la sua missione materna, di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace».
Nella festa mariana l’ordinazione dei diaconi che si preparano al presbiterato.
Il cardinale Bassetti, rivolgendosi al giovane seminarista Alfonso Liguori, nell’ordinarlo diacono transeunte, ha detto: «Proprio perché Perugia è una città mariana, mi è sembrato bello e significativo che, nel giorno in cui celebriamo la festa della Beata Vergine Maria della Grazia, siano consacrati anche i diaconi che si preparano al presbiterato. Carissimo Alfonso – ha aggiunto –, tu che stai per ricevere l’Ordine del diaconato, in vista del presbiterato, non ti manchino, in questa scelta, così decisiva per la tua vita, la protezione e l’intercessione della Madre della Grazie e della Misericordia».
Il cardinale al neo diacono: «Sia la carità il grido più esigente della tua vita».
Nell’accogliere come un dono per la Chiesa la chiamata al diaconato e poi al presbiterato di Alfonso Liguori, il cardinale ha evidenziato che «purtroppo viviamo in una società che sta cancellando dal proprio vocabolario quotidiano la categoria del dono e così è facile trovarsi dinanzi a situazioni di inimicizie, di egoismo e, purtroppo, di morte. Il tuo vescovo ti esorta a combattere tutto questo con un’unica arma: facendo tua la categoria della gratuità. La nostra società è diventata, purtroppo, come un deserto arido e senza acqua ed è per questo che è assetata d’amore. Sia la carità, caro Alfonso, il grido più esigente della tua vita».
I “Sì” al Signore testimonianza luminosa per tutta la comunità.
Il presule, rivolgendosi anche ai giovani, ha chiesto loro: «La scelta di Alfonso non vi dice nulla? Coraggio, muovetevi e se Dio vi chiama, rispondetegli! Date vita alla vostra speranza. Non fate mai della vostra vita il contenitore delle vostre ansie e delle vostre paure. Lo ripeto, date vita alla vostra speranza e imitate Maria».
Il cardinale Bassetti, all’inizio della celebrazione, salutando i fedeli e i genitori di Alfonso Liguori, entrambi disabili, ha ringraziato il Signore «per i doni che Egli elargisce alla nostra Chiesa, il dono grande del sacerdozio ministeriale, delle vocazioni e di poter ogni tanto ravvivare la nostra vita diocesana con dei giovani che dicono: “Eccomi!”. Questi “Sì” al Signore diventano una testimonianza luminosa e importantissima per tutta la comunità».