Ha parlato di «fiducia» e di «conoscenza» il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, incontrando i 900 giovani italiani, tra cui 59 gli umbri, alla Giornata Mondiale della Gioventù di Panama (22-28 gennaio) con papa Francesco. I giovani umbri, accompagnati da alcuni sacerdoti, hanno incontrato il cardinale Bassetti il 23 e il 24 gennaio (foto allegata) e scambiato con lui le loro prime impressioni ed esperienze di questa GMG nel continente americano. Un giovane di Perugia, Roberto, è rimasto particolarmente colpito dalle parole del suo pastore.
«Il cardinale Bassetti, nella celebrazione eucaristica del 24 gennaio – racconta Roberto –, ha esortato noi giovani a non temere l’incontro con Gesù, perché “ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio”. Poi si è chiesto: “Ma cos’è che ci permette di avere fiducia? Per quale motivo possiamo dire di fidarci di un nostro amico, di una nostra amica, da quale radice nasce la fiducia verso un adulto, un prete, una consacrata che ci spinge a chiedere un consiglio o raccontare la vita? Voi vi fidate di qualcuno che non conoscete? Resta difficile. Gesù, nel Vangelo di oggi, ci parla proprio di conoscenza e di fiducia: “Conosco le mie pecorelle e le mie pecorelle conoscono me” (Gv 10,14)”».
«Come non riflettere – dice il giovane perugino – su questo consiglio che ci ha dato il nostro vescovo: “Provate a pensare ad una persona che conoscete bene, alla quale volete bene e sentite che la parola ‘conoscere’ abbraccia tutto voi stessi: mente, cervello, cuore, sentimenti, affetti… Gesù ci ha messo in guardia da tante parole che possiamo ascoltare, perché insieme alla voce del pastore ci sono purtroppo altre voci che ci raggiungono, voci di mercenari che non sono preoccupati del nostro bene, ma del loro tornaconto: quanti falsi venditori di speranze girano intorno a voi cari ragazzi cercando di sfruttare le vostre ferite! Questo è terribile”».
Il cardinale, racconta ancora Roberto, «ha parlato anche dei “silenzi” sui nostri “difetti” pur di “guadagnarci la stima degli amici”, ma anche della “bellezza del momento in cui vi siete sentiti amati – ha detto –, senza maschere, ma semplicemente per quello che siete. Pensate anche a tutte le volte che avete dato fiducia a una parola che non era da Dio, non era per il vostro bene e a come questo vi ha reso schiavi, pensate alle volte che avete ascoltato una parola di Dio pronunciata per il vostro bene e siete stati liberati. Quanto sono importanti le parole che decidiamo di ascoltare!”».