Dal recente convegno di Perugia “Dignità e lavoro”, promosso dalla Caritas diocesana con il patrocinio della Regione Umbria, del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è emersa la volontà di creare in Umbria un Osservatorio permanente sul delicato fenomeno dell’occupazione, in primis giovanile. Un Osservatorio che stimoli e valorizzi le «buone pratiche» per un «lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale», come le ha definite il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’aprire e nel concludere questo significativo e partecipato convegno che ha visto intervenire il sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro Claudio Cominardi e diversi esperti, economisti, imprenditori, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni di categoria, soprattutto più di un centinaio di studenti di scuole superiori e dell’università.
La necessità di lavorare insieme per i giovani.
Il cardinale Bassetti ha espresso soddisfazione per la riuscita del convegno nel cogliere dai numerosi interventi «un interesse e una concordia nell’affrontare insieme un tema delicato quale è il lavoro – ha commentato il presule –. L’Umbria, regione piccola, ha forse più bisogno di altre di stringersi insieme nell’affrontare questo tema. Ho assistito ad analisi approfondite in cui sono state evidenziate anche tante buone pratiche». Il cardinale ha esortato gli intervenuti a «portare avanti insieme questo lavoro, perché andiamo incontro a situazioni sempre più complesse, mentre è indispensabile creare e facilitare opportunità occupazionali dignitose soprattutto per i giovani dopo aver terminato gli studi. Preoccupa vedere giovani volenterosi lasciare la nostra Umbria per motivi di lavoro. Per questo è stata importante la presenza di studenti al convegno che li ha visti suoi diretti destinatari. Diversi di loro – ha concluso il cardinale Bassetti – hanno rivolto domande anche critiche al sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro. Per questo desidero, in particolar modo dai ragazzi, una coscienza critica che non vuol dire andare contro qualcuno ma avere dei criteri di discernimento. Pertanto è necessario lavorare insieme con fiducia ed è necessario, forse anche per i tempi che verranno, che tavoli simili se ne facciano ancora».
I partecipanti alla tavola rotonda.
La volontà di creare occasioni di incontro sul lavoro, ad esempio dando vita ad un Osservatorio permanente, è emersa alla tavola rotonda che ha concluso il convegno. Sono intervenuti i rappresentanti umbri di Unioncamere (Giorgio Mencaroni), Confagricoltura (Fabio Rossi), Confindustria (Simone Cascioli), CISL (Ulderico Sbarra), UIL (Claudio Bendini), INAIL (Alessandra Ligi), ARPAL UMBRIA (Adriano Bei) e ACLI (Alessandro Moretti). Alla tavola rotonda, moderata dal direttore e docente di Dottrina morale sociale dell’ISSRA di Assisi, suor Roberta Vinerba, hanno partecipato, oltre al cardinale Bassetti, anche i direttori della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti (ex dipendete Perugina), che ha fortemente voluto il convegno, dell’Osservatorio diocesano sulla povertà e l’inclusione sociale, l’economista Pierluigi Grasselli, e dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, il diacono Carlo Cerati.
Uomo, lavoro, macchina e dignità, le preoccupazioni degli studenti.
Attesa è stata la relazione del gruppo di lavoro degli studenti tenuta da un loro portavoce, Luca Ramacciati, incentrata sul tema “Lavoro e automazione” avente per titolo: “Uomo, lavoro, macchina e dignità”. «Noi, nativi digitali – ha sottolineato lo studente –, constatiamo quotidianamente come la tecnologia ci allontani dall’altro e invada la nostra esistenza, non riuscendo a sostituire quello che è il rapporto umano che si può instaurare durante un incontro dal vivo. Per questo crediamo sia fortemente necessaria un’educazione al lavoro; un lavoro che sappia essere “umanizzante” e dignitoso per il lavoratore stesso». Tra i possibili punti programmatici individuati dagli studenti quello di «fornire gli strumenti alla popolazione per renderla sempre più consapevole e competente sull’utilizzo delle nuove tecnologie, a cominciare dalle scuole fino alla terza età, attraverso programmi di alfabetizzazione informatica, ma anche attraverso il raggiungimento dell’autocoscienza in relazione alla dignità del lavoro».
L’interesse Caritas per “dignità e lavoro”.
A spiegare perché la Caritas diocesana è interessata al tema lavoro, quindi a promuovere questo convegno, è stato il suo direttore Giancarlo Pecetti. «La necessità di promuovere questa giornata di riflessione e confronto – ha sottolineato – nasce dalle testimonianze raccolte nell’ultimo anno degli oltre 3mila utenti del Centro di Ascolto diocesano dell’ultimo anno e delle circa 40 famiglie ospitate nel “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, sede della nostra Caritas diocesana. Sovente queste persone narrano i traumi della perdita del lavoro e delle pesanti conseguenze per la propria famiglia». Tante storie di vita che hanno come “protagonisti” il lavoratore e il datore di lavoro, ma tra i due, si è chiesto il direttore della Caritas perugina, «esiste sempre una relazione basata sulla dignità? Non esiste, evidentemente, quando si verificano episodi di ricatti, di abusi, di mobbing, di caporalato. Ma non esiste neanche quando è il lavoratore che si macchia di truffa, come l’assenteismo e il fenomeno dei falsi invalidi». Quindi «oltre al diritto al lavoro, il dovere del lavoro».
La pubblicazione degli Atti del convegno e alcune anticipazioni.
Quanto è emerso nella giornata perugina dedicata a “Dignità e lavoro” sarà raccolto negli Atti del convegno, che la Caritas diocesana pubblicherà il prossimo anno. Intanto si rilevano alcune «buone pratiche» che aiutano a creare opportunità di lavoro dignitoso messe in atto anche dalle ACLI, attraverso il bando regionale “Umbria attiva” per sostenere il collocamento lavorativo, ma il lavoro è dignitoso quando è stabile ed è svolto in sicurezza. La Regione Umbria con l’ARPAL è impegnata a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica favorendo la nascita anche di contratti di apprendistato, ma se questi contratti vengono ripetuti all’infinito nei confronti di un giovane lavoratore diventano strumento di sfruttamento. Anche per questo è fondamentale una rete-osservatorio tra vari soggetti affinché il fenomeno venga periodicamente monitorato. Nel contempo la Pubblica amministrazione è chiamata ad essere più solerte, attiva e veloce nel fornire gli strumenti in suo possesso (esempio i Centri per l’impiego) per venire incontro alle necessità di lavoro delle persone. Un osservatorio può essere utile anche a prevenire i fallimenti aziendali con tragiche conseguenze come i suicidi degli imprenditori gravati dal senso di responsabilità nei confronti della propria realtà produttiva e dei propri collaboratori, ma anche a non abbassare la guardia sulle morti sul lavoro e sugli infortuni che provocano non pochi invalidi. Non da ultimo la necessità di un osservatorio per valutare e monitorare nel tempo l’evoluzione del lavoro in Umbria, una regione con poco più di 800 mila abitanti che assiste passiva all’emigrazione in costante crescita di tanti giovani. Per questo occorre una rete che sappia insistere su concetti come solidarietà e giustizia sociale, temi da far crescere e sviluppare anche in Umbria dove la finanza non può continuare a condizionare le scelte politiche e di mercato e la ricchezza va ripartita affinché la società intera ne tragga vantaggio.
Il progetto “SoSteniamo il lavoro” proseguirà nel 2019.
Un piccolo esempio di solidarietà-condivisione viene dal progetto “SoSteniamo il lavoro” promosso dalla Caritas perugina insieme agli Uffici diocesani per i problemi sociali e il lavoro e per la pastorale giovanile e finanziato dall’8xMille della Chiesa cattolica. “SoSteniamo il lavoro” ha coinvolto ad oggi 25 realtà produttive sensibili ed ha offerto una prima opportunità occupazionale dignitosa a 27 giovani e adulti (tirocini avviati). Le fasi successive di questo progetto saranno avviate nei primi mesi del 2019, offrendo opportunità di lavoro, formazione professionale e possibilità di fare impresa ad altri 40 giovani e adulti, investendo complessivamente (per i tre anni della sua durata 2018-2020) la somma di 570.000 euro attraverso i fondi dell’8xMille e della Caritas diocesana di Perugia.
Due testimonianze-esempi concreti di “dignità e lavoro”.
Significative sono state al convegno le testimonianze di due tirocinanti di “SoSteniamo il lavoro”, che al termine di quest’esperienza hanno ottenuto un lavoro: Camilla Bizzarri, presso l’azienda Agricolus, e Noura Koulali, presso la Conad di Castel del Piano (Pg). «Siamo state scelte perché donne, mogli e madri – hanno raccontato – e questo ci ha dato molta dignità, forza e speranza nel nostro lavoro sostenendoci nella gestione delle nostre famiglie e di noi stesse. In questo progetto abbiamo incontrato delle persone che hanno ascoltato le nostre difficoltà aiutandoci a superarle dandoci il loro sostegno. Siamo passate da un futuro molto incerto alla realizzazione del nostro sogno, quello di essere autonome trovando un lavoro dignitoso».